AVEZZANO – Intervista esclusiva a Marco Mancini, giovane bomber del Celano Calcio, uno dei fautori di una stagione da incorniciare.
Gentilmente, il bomber stagionale si è prestato per una piccola intervista, riguardo la sua annata con il Celano calcio, i traguardi possibili ed anche qualche piccola storia passata.
D:”Allora Marco, grazie per averci concesso l’intervista. La prima domanda che voglio farti è: cosa si prova ad essere l’uomo in più di questa Celano Calcio?”
Mancini:”Sai, è difficile… Ti dico la sincera verità: all’inizio non pensavo di iniziare il campionato così e fare tutti questi gol. Alla fine mi sono ritrovato in questa situazione, molto bella. Mi rende molto orgoglioso farlo per il mio paese. Ho iniziato a Dicembre e trovandomi a Maggio con 24 gol stagionali, è già un grande traguardo.”
D:”Ok. Come seconda domanda: come ti descriveresti? Com’è Marco, in squadra e nella vita?”
M:”Questo non te lo so dire. Con la squadra c’è un rapporto di profonda amicizia, sia con ragazzi di Celano, sia con ragazzi che conoscevo al di fuori, per esperienza di categoria. Mister e società sono stati una piacevole sorpresa, persone straordinarie che ho conosciuto da poco. C’è molto feeling.”
D:”Perfetto, la terza domanda era proprio riguardo questo: tu rientri da 2 prestiti (con Cerchio e con lo Sportland). Come hai vissuto l’ambiente del prestito e cosa si prova a rientrare nella squadra da dove hai iniziato, ed impattare così bene da essere quasi decisivo per una stagione?”
M:”Allora, riparto dall’inizio. Onestamente, le prime volte in prima squadra, dopo le giovanili, con il Celano è stato difficile, sentivo un ambiente strano intorno a me. Mi sentivo poco valorizzato, al momento. Poi, ho capito dopo qualche discussione e un periodo in cui non stavo bene, che non dovevo stare più lì. Un piccolo aneddoto: una partita con il mio mister del tempo, entro a partita in corso e dopo 10 minuti sono stato sostituito di nuovo. Quando ho chiesto spiegazioni, ho ricevuto solo critiche. Da lì, sono andato al Cerchio. Una stagione normale, fino al ritorno a prestito finito.”
D:”E tornando dal primo prestito non era cambiato l’ambiente?”
M:” Non proprio, o almeno non come volevo. All’inizio sono partito titolare, però dopo alcune partite sono finito in panchina. E, mentre ero in panchina, la squadra ha iniziato a fare risultati. Quindi ho un po’ perso il posto e per ritrovare la continuità, per giocare di più, sono andato in prestito di nuovo. E sono andato così alla Sportland, in prima categoria.”
D:”E poi, alla fine è scoppiato l’amore che prima non c’era stato?”
M:”Sì, bravo. Ho trovato gente diversa, sia in campo che fuori, ed è ripartito tutto.”
D:”E proprio di questa “nuova partenza” parliamo ora: vieni da 17 gol in 18 partite, 24 gol stagionali. Bei numeri. La curiosità sorge spontanea: quando scende in campo un attaccante con questi numeri ha più ansia di non riuscire a rimanere nella sua media o più voglia di migliorarla ancora?”
M:”Mah, sai… Non pensarci è meglio. Se ti chiudi in quel pensiero, magari diventa un’ossessione e non riesci a raggiungerlo. Fra le due cerco di avere un tipo di tensione positiva. “L’ansia” la subisco più per la partita, per la squadra; come domenica, che cercavamo il gol, ma non arrivava. Per me il gol è importante, ma vincere con la squadra lo è di più.”
D:”Giusto, ma restando in tema di gol devo chiederti: cosa si prova ad essere il primo marcatore di rientro al “Piccone”? Cosa si prova a segnare nella propria “casa” dopo un lungo periodo di sballottamenti in stadi provvisori?”
M:”Devo dire che è stato molto bello.”
D:”Praticamente le hai inaugurate tu quelle porte!”
M:”Sì, le ho inaugurate io. Con due partite ho fatto già 4 gol, la tripletta col Barrea ed il gol con San Benedetto. Molto bello, specialmente andare ad esultare al proprio pubblico. Ed è bello vedere che la gente aumenta.”
D:”E per chiudere con i gol: quale di questi 24 pensi sia il più bello, o il più importante?”
M:”Più che uno direi 3 gol: il gol al 95esimo con Villa San Sebastiano per vincere 1-0. Poi, con il Genzano, perché eravamo davvero in difficoltà; volevano fare la partita della vita. E, per ultimo, questo con il San Benedetto, importante ed è stato bello.”
D:”Insomma tutti gol da 3 punti?”
M:”Sì sì!”
D:”Proprio ripartendo dal San Benedetto di domenica scorsa: ora avete la tirata finale contro Carsoli e Villa San Sebastiano. Quale può essere l’avversario più difficile per il vostro gioco?”
M:”Ti dico la verità, entrambe. Anche perché quest’anno stiamo andando molto bene, e quindi fare bene contro di noi (e le altre squadre di alta classifica), è una tentazione forte. E’ un modo per “farsi vedere”, ma giustamente. Quando ero io in una squadra di più bassa classifica cercavo di sfruttare allo stesso modo queste partite.”
D:”Ultima domanda: voi siete in lizza (con un po’ di fortuna) per il secondo posto. Altrimenti comunque avete un terzo posto. Un obbiettivo dalla fine del campionato in avanti? Ne avete già discusso con società e mister?”
M:”Questo non te lo so dire. Questa è una domanda senza risposta. Cerchiamo più di finire bene questa stagione. Poi quello che succede lo vedremo. Ancora non ne parliamo.”
D:”Allora lo chiedo a te: il tuo obbiettivo l’anno prossimo? Restare?”
M:”Penso proprio di sì. Per chiudere vorrei fare un ringraziamento: alla società soprattutto, che si sta impegnando tantissimo per riportare il Celano dove merita. Inoltre, anche al mister ed alla squadra, per il gran lavoro che ci sta portando dove siamo, insieme.”