AVEZZANO – Spesso si dice che i giornalisti siano un po’ sciacalli, un po’ carogne, insomma, complimenti di questo tipo. Invece no. Anche i giornalisti hanno un’anima e ci sono episodi, ovviamente oltre la sfera familiare e personale, che però lasciano un graffio.
Come avrete notato, cari lettori, in questi giorni non abbiamo scritto della scomparsa di Corrado, il titolare della pizzeria al taglio di Via Corradini, in questi sessant’anni divenuta una sorta di monumento cittadino e attrazione turistica della nostra città.
Non è stata mancanza di riguardo o dimenticanza, no. Si è trattato, piuttosto di una difficoltà dell’anima ad accettare che lo sguardo buono, paterno, riconciliante di questo omone dalle mani sapienti, si fosse trasformato in ricordo.
Aveva quasi 80 anni Corrado ma ne dimostrava molti meno. Con suo nipote, Raffaele Petriachi, il meglio noto “Sughino”, hanno portato questa pizzeria ad Avezzano dall’Umbria e l’hanno fatta diventare una cosa di Avezzano. Solo pochi mesi fa, il 24 novembre scorso, era scomparso proprio lui, Sughino, improvvisamente, lasciando una ferita profonda nel cuore buono di Corrado.
Oggi, invece, piangiamo lui ma lo piangiamo come un “Tato”, un padre adottato da decine di generazioni di avezzanesi che lo hanno visto da piccoli la prima volta e poi ne sono diventati amici da adulti. In tanti lo hanno voluto salutare alla camera ardente e poi in Cattedrale. Tutti increduli, quasi certi che, usciti dal funerale, sarebbero tornati in pizzeria, poco più sopra, per farsi servire da Corrado un pezzo di “rossa”. Da oggi saranno gli angeli di nostro Signore ad avere il dono di godere della bella presenza di Corrado e Sughino. “Ciao Corrà, a domattina!”.