di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – Non si profila affatto bene la strada di questi venti giorni che lo separano dalla decadenza, in caso di mancato accordo, per il Sindaco di Avezzano dimissionario. E la maggioranza all’opposizione, ovviamente, ci sguazza e parte all’attacco. Esperti consiglieri del fronte opposto mettono in evidenza passaggi e scelte del Sindaco che evidenziano quantomeno una sua scarsa dimestichezza con le istituzioni e con il seppur fastidioso ma esistente cerimoniale e la sua prassi.
I primi ad attaccare sono i due esponenti in Consiglio per il Pd, Roberto Verdecchia, ex assessore comunale all’ambiente con l’ex Sindaco Gianni Di Pangrazio, e l’ex Presidente dell’Assise Civica, Domenico Di Berardino. La loro ironia, che poi si traduce in un attacco sui contenuti, riguarda forma e comunicazione anomala, oltre che una palese contraddizione, che si evidenzia in ciò che ha affermato l’attuale inquilino di Palazzo di Città.
«Un bagno di umiltà non farebbe male a nessuno. Nella conferenza stampa del 20 febbraio a poche ore della pubblicazione della sentenza 22 “riparatoria” della terza sezione Consiglio di Stato, prevista e prevedibile – scrivono i due – , l’attuale Sindaco dimissionario, sventolando il suo “Vangelo” e guardando la sua “Stella Polare”, aveva testualmente ad asserire: “con questi mai un accordo… meglio il Commissario, farebbe meno danni” (sic). Nell’ulteriore conferenza stampa del 7 marzo, concretizzando le tanto paventate dimissioni, torna sui suoi passi ed apre le consultazioni, asserisce che “sarebbe un male per la Città la venuta del Commissario ad acta” e tenta mestamente un dialogo con chi aveva disprezzato prima, ignorato volutamente per sette (7) mesi e diciannove (19) giorni, nell’attesa di una sentenza, scontata nel suo esito, che ha ristabilito non solo la legalità, ma soprattutto la volontà popolare. Il nostro – proseguono Verdecchia e Di Berardino – ha anche affermato che non incontrerà alcun consigliere e/o gruppo politico in bar, locande e cantine (chi gli ha proposto simili incontri?), e che le consultazioni avverranno nella sede Municipale, (dove non è più parte attiva poiché dimissionario), ed alla presenza di un dirigente Comunale e dell’attuale Presidente del Consiglio. Presidente, è il caso ricordarlo, eletto dall’“altra amministrazione” composta da “altri” Consiglieri, illegittimamente nominati dalla Commissione Centrale Elettorale. Il Sindaco dimissionario, inoltre, ha lasciato decorrere la data del 24 febbraio – incalzano -, termine ultimo per potersi dimettere e consentire il voto a giugno prossimo, invece di attendere un anno di commissariamento nel caso in cui le consultazioni abbiano un esito negativo. Il tutto senza nulla voler dire (ma solo per memoria) sulle spese legali sostenute per la non necessaria costituzione del Comune di Avezzano pari ad € 40.000,00 accollate, per ora, al cittadino, in attesa che la Corte dei Conti chiamata a decidere su ciò chiarisca se quella spesa sia giusta e doverosa e ancor più specificatamente da chi debba essere sostenuto o rimborsata. Forse il Signor Sindaco – ironizzano Di Berardino e Verdecchia – dimentica che la stella polare è sempre lì, che di “Vangelo” ne conosciamo uno solo e religioso, e che per le vicende politiche di cui si parla, ci si confronta esclusivamente su programmi condivisi, proposti dagli schieramenti politici e non imposti da alcuno.
Forse, ci si dimentica di questi basilari e semplici passaggi del vivere civile, sale della democrazia, senza i quali è ardua la strada da percorrere per la crescita e il benessere della nostra comunità. Ma forse – concludono i due esponenti del Pd – è solo inattitudine al rispetto istituzionale».
Ma non è finita qui. L’ex Vice Sindaco della città, e consigliere del gruppo Di Pangrazio, Ferdinando Boccia, ha trovato una grossa falla nella procedura avviata dallo stesso attuale Sindaco di Avezzano. Ovvero, nell’azzerare la giunta, non si è pensato a nominare un vice sindaco. Quindi, in caso di assenza o impossibilità temporanea o persistente del Sindaco a svolgere il suo ruolo, la città non avrebbe una guida. Prefetto e un suo Commissario esclusi.
«Che il passaggio di una crisi in un’amministrazione municipale sia una fase delicata, questa è cosa risaputa e comprensibile. Ma che si possa andare in confusione al punto da mettere a repentaglio la gestione di cose importanti e di emergenza – esordisce Ferdinando Boccia- , questa, invece, è una cosa inaccettabile». Il Consigliere di maggioranza/opposizione Nando Boccia, infatti, ha scoperto che nell’azzerare la giunta, il Sindaco De Angelis ha dimenticato di nominare un suo vice che, ordinaria amministrazione o casi eccezionali o di emergenza, possa sostituirlo in caso di sua assenza o impedimento.
«Mi sono accorto di questa anomalia – ha dichiarato Boccia – e mi sono recato in Comune per verificarla. Purtroppo le cose stanno davvero così. Se il Sindaco fosse impedito a presenziare in casi eccezionali e per decisioni di urgenza, la città non saprebbe a chi rivolgersi perché in sostanza manca l’autorità predeterminata. In Comune – chiude Boccia – devo dire di aver trovato molto imbarazzo e parecchia agitazione per la situazione determinatasi che, spero, De Angelis voglia sistemare quanto prima».
E sabato alle 11 la nuova maggioranza, quella in capo a Di Pangrazio, sarà oggettivamente presente in aula a conclusione del Consiglio comunale che dovrà procedere a surrogare i consiglieri irregolarmente nominati dalla Commissione Elettorale Centrale, con quelli regolarmente eletti, ma esclusi, a giugno 2017. In buona sostanza, sabato in tarda mattinata, l’Anatra Zoppa inizierà a scorrazzare felice per il Palazzo Municipale di Avezzano.