(Immagine del 2015)
AVEZZANO – Aspettando Godot (in francese En Attendant Godot, in inglese Waiting for Godot) è una delle più famose opere teatrali di Samuel Beckett. Dramma ormai associato al cosiddetto teatro dell’assurdo e costruito intorno alla condizione dell’attesa di un evento che in realtà non sembra mai giungere, Aspettando Godot venne scritto verso la fine degli ’40 e pubblicato innanzitutto in francese appena dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, in un’epoca post-atomica caratterizzata da profonde incertezze e di quelle incertezze si fa portavoce ormai il titolo che diviene emblematico richiamo, ogni volta che c’è qualcosa che si attende quasi all’infinito…
E’ un po’ il caso del “Premio Avezzano”: sospeso da tempo, vive una sorta di gestazione da ormai quasi dieci anni in attesa innanzitutto della pubblicazione della sua storia, quella che Giorgio Tempesti ha scritto, collazionando i suoi ricordi, e che si spera presto di veder pubblicata perché essa sarebbe lo “start” per il riavvio del premio Avezzano.
Preannunciando l’avvio di una serie di riflessioni su artisti avezzanesi e non legati al Premio Avezzano oltre che su alcune interessantissime giovani leve, lanciamo qui un’idea: perché non pensare ad un “Premio Avezzano – Anno Zero” dove accanto ai “big” ci possa essere spazio per giovani e giovanissimi, con una ulteriore sezione di outsider perché il Premio che tornerà ad esistere non sia davvero un “Premio di Avezzano”?