CELANO – Il Sindaco di Celano, Settimio Santilli, non ci sta e replica alle notizie apparse ieri sulla stampa circa la riapertura del locale “Le Torri”, fatto chiudere il 29 dicembre 2018 a seguito di un’ordinanza che prevede la chiusura delle attività commerciali entro un certo orario e più volte disattesa dai proprietari. (Qui il nostro articolo precedente sulla vicenda)
Questa la nota dell’avvocato Fernando Pestilli, difensore dei titolari del bar: «Con decreto dell’8 febbraio corrente il tribunale civile di Avezzano, giudice dott. Dell’Orso Andrea, ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza del sindaco ed ha fissato l’udienza di comparizione delle parti per il 25 marzo 2019. Esprime soddisfazione il titolare del bar che può riaprire al pubblico l’esercizio commerciale, in attesa della definizione del giudizio, anche per il risarcimento dei danni, che si profilano consistenti, a causa della illegittima chiusura del locale».
«Il Comune si costituirà in giudizio contro il ricorso per l’annullamento dell’ordinanza di chiusura del Bar “Le Torri” – dichiara in una nota il primo cittadino Settimio Santilli- perché vanno tutelati assolutamente i diritti di tutti i cittadini e di quei commercianti che rispettano le regole in un clima di sana convivenza con la collettività, che evidentemente qualcun altro si ostina a disattendere e ad ignorare.
C’è da precisare inoltre, che l’ordinanza di chiusura del Bar è tuttora del tutto legittima, avendo il tribunale di Avezzano limitato il proprio provvedimento alla sola SOSPENSIONE dell’efficacia esecutiva della suddetta ordinanza. Questo fino alla data dell’udienza del 25.03.2019, allorquando il Comune, che appunto si costituirà in giudizio, sarà messo nelle condizioni di poter esercitare il proprio diritto di difesa.
In sostanza, sia l’ordinanza impugnata dall’avvocato dell’esercizio commerciale, che la disposta chiusura, non possono ritenersi ad oggi, affatto illegittime, contrariamente a quanto comunicato sulla stampa, in quanto il provvedimento reso dal Tribunale di Avezzano, è stato emesso sulla scorta delle deduzioni del solo ricorrente, ovvero l’esercizio commerciale, fondate su un rappresentato pericolo imminente di un danno grave e irreparabile.
Sarà solo nel contradditorio tra le parti che si svolgerà in udienza, che la competente Autorità deciderà se l’ordinanza adottata sia legittima o meno, con la conseguenza che è da ritenere arbitrario e del tutto prematuro definire la predetta ordinanza illegittima, nonchè meramente strumentale appare l’annuncio del legale dell’esercizio commerciale, la richiesta di un ipotetico risarcimento danni, fondata su un atto ritenuto illegittimo e che però ad oggi deve essere ancora eventualmente dichiarato tale in udienza dal Giudice stesso.
Non senza considerare che è stato taciuto che l’ordinanza di chiusura, è stata emessa a seguito di ripetute e reiterate violazioni dell’ordinanza, opportunamente sanzionate più volte dagli organi preposti, di “Liberalizzazione, con limitazione degli orari per intrattenimenti musicali, di apertura e chiusura degli esercenti l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande “emanata a tutela della collettività esasperata».
Anche cittadini del quartiere Calata Vallone, dove si trova l’esercizio commerciale, si dicono indignati della sospensione dell’ordinanza di chiusura del bar le “DUE TORRI”, a tal proposito pubblichiamo una nota inviata alla nostra redazione: «Eravamo finalmente tornati ad un clima di pace e serenità, dopo che siamo stati portati alla più totale esasperazione dai comportamenti reiterati del rispetto delle più banali regole di sana convivenza con lo stesso Bar. Musica altissima fino a tarda notte, se non fino alle prime ore del mattino, comprese urla e schiamazzi, degrado totale e atti osceni, con serie problematiche igienico-sanitarie in un quartiere che dopo decenni era stato finalmente riqualificato.
Più volte abbiamo tentato il dialogo con il proprietario, senza alcun tipo di risultato, anzi spesso pretestuosamente, si è ottenuto l’effetto contrario, ragion per cui ci siamo recati dal Sindaco della nostra città per rivendicare e sentire ascoltati i nostri sani diritti di cittadini. Il Sindaco Santilli, nella sua consueta veste diplomatica, ha diverse volte invitato il proprietario del Bar, anche alla nostra presenza, a rispettare le sane regole di convivenza e a rifarsi a un comportamento più urbano e collaborativo.
Abbiamo assistito a situazioni sgradevoli e abominevoli davanti al Bar, davvero raccapriccianti, essendo il medesimo ormai diventato il punto di ritrovo, dopo una certa ora in cui gli altri esercizi commerciali chiudono, non solo a Celano, ma dell’intera Marsica. Non eravamo più sicuri di nulla dentro le nostre case.
Con l’ordinanza che fu emessa a fine estate dal Sindaco sulla “Liberalizzazione, con limitazione degli orari per intrattenimenti musicali, di apertura e chiusura degli esercenti l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande”, pensavamo che finalmente si fosse arrivati a una buona mediazione tra gli interessi dell’esercizio commerciale che giustamente deve lavorare e i nostri diritti che devono essere rispettati, di riposare e vivere serenamente. Invece no, anche un’ordinanza che sembrava più che giusta e mediatica, è stata più volte disattesa senza colpo ferire, ed infatti ci sono state diverse sanzioni da parte delle forze dell’ordine. Ben fece dunque il Sindaco a nostro parere ad emettere l’ordinanza di chiusura del Bar, vista la reiterazione del mancato rispetto dell’ordinanza.
Ci sembra paradossale oggi, visto anche l’attuale clima politico di distanza abissale tra esigenze reali dei cittadini e governatori, che un Sindaco che ascolta finalmente i cittadini e ne prende le loro difese in ogni modo, senza aver mai proibito di lavorare a nessuno, anzi tutt’altro, si veda accusato di aver fatto il suo dovere, perchè un politico fino a prova contraria deve fare gli interessi di tutti i cittadini.
Noi abitanti del quartiere Vallone e pensiamo di non essere i soli, vogliamo che i nostri diritti siano difesi e tutelati e dunque, ben venga la eventuale riapertura dell’attività se veniamo rispettati, altrimenti i residenti non potranno non far valere i propri diritti a propria difesa e quella del Sindaco».