AVEZZANO – Il medico in servizio al pronto soccorso di Avezzano, Antonella De Santis, scrive una lettera aperta ai giovani del territorio e al futuro:
“In questa campagna elettorale per l’emiciclo abruzzese, sostengo il candidato Simone Angelosante, esponente della Lega Salvini Abruzzo e medico marsicano, perché come lui amo la mia terra, ammiro il coraggio di Matteo Salvini, difendo la nostra identità.
“Queste poche righe che sto scrivendo volano su ogni altro argomento perché sono indirizzate ai giovani, al futuro. Vedete i sogni di quando avevo la vostra età li custodisco ancora meticolosamente nei pensieri, ogni tanto ne rispolvero qualcuno, ogni tanto qualche altro si ripresenta audace, con la straordinaria capacità di non mutare mai. Ho in un angolo della mente un posto riservato da sempre all’aspetto politico del vivere, perché già stare insieme è politica.
“Vivere bene o vivere male è politica.
“Lo so, lo so che rimanete indifferenti e che della politica ne pensate tutto il male possibile è chiaro che ci sono mille e mille altre cose più belle da fare, mille progetti da inseguire, e che potreste liquidarmi con un secco: “ma che ce ne importa della politica?” Va bene! Potete permettervelo perché avendola ignorata vi sentite innocenti, ma lo siete perché molti di noi con alle spalle qualche decennio di più vi ha persuaso a pensarla così, e per questo non c’è appello: perché questo spartito senza armonia è stato uno dei regali più pericolosi che potevamo mettervi davanti”. “Sarà difficile perdonarci perché abbiamo dimenticato di dirvi ogni giorno che la bellezza della vita inizia quando si inizia a scegliere. Funziona così con la scuola, con le persone che metterete al vostro fianco, con ogni bivio che incontrerete. Funziona così anche in politica. Non siamo stati capaci di dirvi quanto possa valere un voto. Era così facile dirvelo e non l’abbiamo fatto, non vi abbiamo ripetuto che la società non prevede spazi di attesa e che la vita
non aspetta. Chi ha visto il nonno togliersi il cappello quando parlava con il padrone del terreno in cui sudava, chi ha vissuto le contestazioni e le lotte di fine anni sessanta, con il passar del tempo si arreso e allontanato da quell’orgoglio di voler cambiare il domani, da quella voglia di consegnarvi un mondo migliore.
“Questa rinuncia è stata la colpa più grave, è stata la nostra sconfitta e, peggio ancora, l’abbiamo trasmessa a voi come un gene dannoso con tutta la sua voglia di esprimersi. Per questo vi dico che l’unica paura che dovete avere è quella di non fare, di tacere. Il voto è la massima espressione della libertà e la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto valga quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che avvertiamo da troppi anni.
“Auguro a voi di non sentirlo mai più. La peggior politica viene eletta dai cittadini che non votano, non cascateci in questa trappola. Costruite insieme le vostre idee e i vostri sogni. Vi ho scritto questa lettera perché ne sentivo il bisogno, perché vorrei che il vostro animo si incendiasse di un amore e di una passione per un futuro migliore da farci alzare tutti in piedi e gridare al vento tutta la felicità che dormiva in noi.
“Lo so che i giovani non amano i consigli e io non so darvene, lasciamo che arrivi il domani, lasciamo che ci spaventi e ci meravigli ancora. Aspettiamolo fiduciosi insieme. Appendiamolo alle parole di Platone: “ogni problema ha tre soluzioni: la mia soluzione, la tua soluzione e la soluzione giusta.”