“Il primo giugno dell’anno scorso Fontamara rimase per la prima volta senza illuminazione elettrica. Il due giugno, il tre di giugno, il quattro di giugno, Fontamara continuava a rimanere senza illuminazione elettrica.
Così nei giorni seguenti e nei mesi seguenti, finché Fontamara si riabituo’ al regime del chiaro di luna. Per arrivare dal chiaro di luna alla luce elettrica, Fontamara aveva messo un centinaio di anni, attraverso l’olio di oliva e il petrolio. Per tornare dalla luce elettrica al chiaro di luna bastò una sera.”
Siamo tutti Fontamara, tutti figli dell’Abruzzo e di una Marsica dimenticata. Rischiamo di tornare ad una sorta di oscurantismo del Terzo Millennio grazie all’attuale amministrazione che, pur essendo stata in campagna elettorale vincitrice del campionato di proclami e frasi fatte, sembra essere da sempre presa dai salti alla quaglia all’interno dei gruppi politici più che impegnata nella soluzione degli evidenti problemi cittadini.
Sempre coerente e fedele a se stessa perpetua il costante disfacimento di un tessuto sociale già fortemente provato da difficoltà oggettive. Il fidatevi di me non sembra aver avuto riscontro e tanto meno approvazione da parte della maggior parte degli avezzanesi Ma si sa: gli esami non finiscono mai a ben vedere la bocciatura evidente.
E allora tutti sul carro del vincitore, buoni e cattivi, ma chiudendo sempre con una frase di Silone:
«In capo a tutti c’è Dio, padrone del cielo. Questo ognuno lo sa. Poi viene il principe Torlonia, padrone della terra. Poi vengono le guardie del principe. Poi vengono i cani delle guardie del principe. Poi, nulla. Poi, ancora nulla. Poi, ancora nulla. Poi vengono i cafoni. E si può dire ch’è finito.»
Evviva i cafoni, che in fine dei conti siamo noi.