di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – Elezioni comunali di Avezzano, parte terza. Dopo primo e secondo turno che a giugno 2017 hanno eletto l’attuale primo cittadino del capoluogo della Marsica, i giorni a seguire saranno carichi di tensione in attesa dell’ultimo atto. Tensione ulteriore, a questo punto, fin quando i giudici del Consiglio di Stato non decideranno sul ricorso presentato dalle liste che fan capo all’ex Sindaco, Gianni Di Pangrazio, e all’altro candidato Leonardo Casciere. I due schieramenti, infatti, hanno ritenuto quantomeno errata la proclamazione degli eletti fatta all’epoca dall’ex Presidente del Tribunale di Avezzano, Forgillo.
Ad ottobre, come si ricorderà, il Tar Abruzzo dette ragione a Di Pangrazio mutilando di ben sei consiglieri la maggioranza dell’attuale primo cittadino sub-judice, e riducendola, pertanto, a minoranza… di successo. Ma le cose furono riportate ai blocchi di partenza il 9 novembre 2017 quando il Consiglio di Stato sospese la sentenza del Tar, in attesa di poter esaminare il caso. Ricorso che è stato ora affrontato nell’udienza svoltasi a Roma l’8 febbraio scorso. I giudici hanno un massimo d 10 giorni per decidere ed emettere la sentenza che, in buona sostanza, dovrà dire se ad Avezzano c’è ancora un Sindaco oppure no. Salvo le solite squallide trasmigrazioni di chi, evidentemente, maneggia il mandato popolare a consigliere comunale come pane e mortadella.
L’attuale sindaco sub-judice di Avezzano, al momento della sospensiva ebbe a dire che la partita fra lui e Di Pangrazio, quella giuridico-amministrativa, era sull’1-1 e che il Consiglio di Stato doveva decidere il punto decisivo, che se non avesse avuto la maggioranza non avrebbe fatto accordi con Di Pangrazio, mentre la partita quella elettorale era finita con la sua vittoria. Il problema, invece, sta proprio in questo concetto.
Premesso che l’attuale legge elettorale degli enti locali deve essere corretta e riscritta, viste le evidenti contraddizioni cui è soggetta (sono i momenti di creatività dei nostri legislatori), sta di fatto che il ricorso trae origine proprio dalla mezza vittoria dell’attuale primo cittadino… in bilico di Avezzano. Stando a numeri, infatti, le liste di Giovanni Di Pangrazio avrebbero preso oltre il 50% dei voti validi e gli stessi conteggi per ipotizzare l’anatra zoppa, porterebbero a seri dubbi circa la distribuzione delle forze in Consiglio comunale. Insomma, da una parte l’anatra zoppa, da una parte una tigre di carta e in mezzo il destino della città.
E qui entrano in ballo i conigli, arbitri tra anatre zoppe e tigri di carta.
Non si pensi che il bene della città possa passare per le migrazioni dei simpatici roditori… saltellanti. No, il bene della città passa per la chiarezza e in democrazia per governare serve la maggioranza. Se chi governa la avrà, dovrà governare e dovrà provare a farlo bene come sarebbe auspicabile. Se non l’avrà, la conseguenza sarà logica oltre che moralmente obbligatoria. Solo così si potrà fare ordine e chiarezza.
Le tigri di carta torneranno in vetrina, le anatre zoppe in archivio e i conigli torneranno a cercare spazi dove saltellare.
Quack!