COLLELONGO – Possesso responsabile degli animali d’affezione: è il tema di un incontro che si è svolto venerdì 14 dicembre, presso la Sala Consiliare del Comune di Collelongo. Tenuto dal Servizio Veterinario di sanità animale, l’evento (molto partecipato e di grande interesse per i cittadini) è stato collocato dall’Amministrazione comunale all’interno di una serie di giornate, informative e formative, rivolte ai residenti ma in particolare a scuole e associazioni. Relatori del convegno il dr. Nicola Pisegna Orlando, dirigente veterinario, e il dr. Michele Cesile, tecnico della prevenzione.
Dopo una breve esposizione sull’evoluzione del cane e su come in molti comportamenti ritroviamo atteggiamenti e reazioni riferibili al lupo da cui deriva, si è passati a definire in maniera puntuale il concetto di animale d’affezione: “convivente con uomo o utile ad esso, domestico e non (con esclusione degli animali per produzioni zootecniche)”. E’ stato chiarito il concetto di possesso responsabile, sono stati definiti gli obblighi e le responsabilità del proprietario del cane e quali sono le situazioni in cui si realizza il pieno rispetto del benessere animale.
Spesso erroneamente si immagina che un animale abbia gli stessi ambienti e bisogni dell’uomo – è stato detto – ma la realtà è che ogni animale ha i propri, derivanti dalla specie di appartenenza. All’animale vanno garantite le 5 libertà: dalla fame e dalla sete con una corretta alimentazione, acqua fresca e pulita; dal disagio e quindi, per esempio, il non utilizzo della catena; dal dolore e dalla malattia attraverso cure adeguate, sterilizzazioni; dal manifestare i comportamenti della specie con spazi sufficienti; dalla paura e dallo stress in quanto favoriscono l’insorgenza di malattie e di disturbi comportamentali.
Interessante e puntuale il richiamo alle normative.
«La normativa sul possesso responsabile dell’animale – è stato rimarcato durante l’incontro – è stata uniformata dalla Unione Europea e recepita dall’Italia e dalle sue regioni. Da queste leggi sono chiare anche le responsabilità del proprietario, inteso come detentore stabile dell’animale. Risulta infatti responsabile tra le altre cose della prole del proprio animale, della sua identificazione con microchip, della raccolta e smaltimento delle deiezioni in ambiente urbano (che vanno raccolte per questioni igieniche, di decoro, di civiltà), della segnalazione alla ASL di un eventuale smarrimento o della morte, del cambiamento di proprietà».Ma il benessere dell’animale passa anche attraverso il divieto di utilizzo di catene se non per situazione temporanee (per esempio l’apertura del cancello). L’utilizzo di catene costituisce maltrattamento dell’animale e quindi reato penale. In ambiente urbano invece è fatto obbligo di guinzaglio, museruola se in ambienti affollati e va condotto da una persona capace di gestirlo. Richiami al possesso responsabile sono presenti anche nel Codice della Strada che prevede che durante il trasporto in auto l’animale non deve creare problemi alla guida e se più di uno va separato dall’abitacolo del mezzo. Oltre al maltrattamento anche l’uccisione, l’abbandono e la custodia del cane in condizioni inadeguate costituiscono reato penale.
Per quanto riguarda l’igiene massima è stata posta l’attenzione ai luoghi frequentati da bambini in quanto le deiezioni, eventuali morsi o graffi possono trasmettere delle malattie all’uomo. Ma anche in ambiente domestico, nei prodotti del proprio orto, l’igiene è di fondamentale importanza. Le malattie che possono essere contratte possono risultare molto fastidiose, dolorose ed in alcuni casi anche mortali.
Infine l’incontro si è concluso parlando delle colonie feline e degli obblighi del responsabile della colonia. Un ultimo, hanno detto i relatori come di fondamentale importanza sia avvisare la Polizia Locale quando vengono avvistati cani randagi così da avviare l’iter per la successiva cattura. La stessa sterilizzazione dell’animale riduce significativamente l’abbandono delle cucciolate ed i conseguenti rischi igienici, stradali, costi sostenuti dai comuni per il loro mantenimento nei rifugi. Nel canile sanitario almeno il 50% degli ingressi annui sono rappresentati da cuccioli.