AVEZZANO – Furono coinvolti nella maxi operazione “Empty Den” dei Carabinieri di Avezzano che smembrò un’organizzazione dedita allo spaccio di stupefacenti, un marsicano e un marocchino ora totalmente assolti dalla Corte d’Appello di Perugia cui il processo era stato rinviato dalla Cassazione.
I fatti risalgono al gennaio 2011 quando i militari di Avezzano misero a segno l’operazione citata traendo in arresto un cittadino di origine marocchina che riceveva ordini telefonici da parte di spacciatori marsicani di origine marocchina ed italiana attualmente rientrati in Italia e ristretti da pochissimo, a seguito della loro condanna definitiva, Bya Youssef e Petra Renata, da parte della suprema Corte.
I due imputati, Fabio Taccone 52 anni, marsicano, e Mustapha Assinate, 47 anni, marocchino, furono arrestati sulla scorta dell’ordinanza del Gip di Avezzano Maria Proia, subendo la restrizione cautelare per circa un mese, nonostante che, dalle intercettazioni in atti già da subito si dimostrasse la loro estraneità ai fatti. Il 28 aprile 2015 il Tribunale di Avezzano, Gip Francesca Proietti, li condannò a 8 mesi di reclusione oltre la multa, Taccone, e 6 mesi di reclusione e multa e l’espulsione dal territorio italiano, Assinate, sentenza confermata dalla Corte di Appello il 30 gennaio 2017. Sentenza che, però, non prevedeva l’espulsione dal territorio italiano del magrebino, non riconoscendo quindi la pericolosità sociale dello stesso e restituendo a questi la somma oggetto di iniziale sequestro.
La Suprema Corte, sezione III, investita del caso da parte del difensore dei due imputati, avvocato Roberto Verdecchia, annullò la sentenza d’Appello dando tassative indicazioni alla Corte di Appello di Perugia alla quale rinviava il caso per un nuovo giudizio, e cioè ai fini di rivalutare le due posizioni in relazione alla nuova interpretazione normativa nei casi della droga parlata.
Il nuovo processo è stato fissato davanti alla Corte d’Appello di Perugia. I giudici umbri, dopo aver nuovamente sentito uno degli operanti che condussero le indagini, in adesione all’indirizzo giurisprudenziale ed agli eventi fattuali verificatesi, ha assolto i due imputati con la formula piena per non aver commesso i fatti così come contestati. Una volta passata in giudicato la sentenza, si aprirà per entrambi la richiesta del risarcimento per l’ingiusta detenzione per i giorni rispettivamente patiti sia nella forma di custodia cautelare e sia per gli arresti domiciliari scontati durante la fase preventiva del giudizio.