CELANO – La questione dell’incompatibilità degli amministratori pubblici è tornata sotto i riflettori a Celano, dove il consigliere comunale Calvino Cotturone (PD) potrebbe trovarsi in una situazione di incompatibilità con la sua carica, in base a quanto disposto dall’articolo 63, comma 1, n. 6 del decreto legislativo 267/2000.
La vicenda: La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado dell’Abruzzo – come riportato da il Centro – ha recentemente emesso una sentenza che ribalta una precedente decisione favorevole a Cotturone. Al centro della controversia, un debito relativo all’imposta TASI del 2017, che il Comune di Celano aveva richiesto al consigliere per un immobile di sua proprietà.
In primo grado, Cotturone aveva ottenuto ragione grazie al riconoscimento di un’esenzione fiscale, sostenendo che l’immobile fosse concesso in comodato gratuito a un’associazione sportiva dilettantistica senza scopo di lucro. Tuttavia, la Corte di secondo grado ha accolto l’appello del Comune, ritenendo che l’esenzione non fosse applicabile poiché l’immobile era utilizzato da un soggetto terzo e non dal proprietario.
Non vi era piena dimostrazione dell’assenza di finalità di lucro nelle attività svolte.
La sentenza condanna tra l’altro Cotturone a rimborsare al Comune le spese legali sostenute per entrambi i gradi di giudizio, pari a 750 euro complessivi. Ora spetterà allo stesso Cotturone decidere se ricorrere in Cassazione o meno.
Il nodo dell’incompatibilità: L’articolo 63, comma 1, n. 6) del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali) stabilisce che non può ricoprire cariche istituzionali chi abbia un debito liquido ed esigibile verso il Comune o altri enti locali e sia stato formalmente messo in mora senza saldare il proprio debito.
Nel caso di Cotturone, il Comune ha notificato la messa in mora, adempimento che, se rimasto senza seguito, potrebbe configurare l’incompatibilità del consigliere e la sua decadenza qualora venga sollevato il caso all’attenzione del consiglio comunale.
Se confermata, questa situazione rappresenterebbe un ulteriore elemento di tensione nel panorama politico locale. Il Partito Democratico e l’amministrazione comunale potrebbero trovarsi a gestire una complessa questione etica e giuridica, con possibili ripercussioni sulla credibilità delle istituzioni e sul rapporto tra eletti e cittadini. Spetterà ora al Comune, all’amministrazione e alle autorità competenti verificare se sussistano tutti i presupposti per dichiarare l’incompatibilità e adottare eventuali provvedimenti. Qualora si giungesse a tale esito, la sostituzione del consigliere potrebbe essere inevitabile, aprendo nuovi scenari per l’assise civica di Celano.
La vicenda solleva interrogativi più ampi sul rispetto delle norme e sul ruolo degli amministratori pubblici nel garantire trasparenza e correttezza nei confronti delle comunità che rappresentano.