Quello di ieri è stato il primo step dell’edizione di quest’anno del progetto “Comunità coesa, città più sicura” basato sulle buone pratiche della prevenzione. Ne seguiranno tanti altri già nei prossimi mesi, con l’obiettivo di coinvolgere quanto prima tutte le fasce d’età della comunità di Avezzano, così da centrare in maniera capillare il traguardo della consapevolezza nell’ambito della sicurezza.
Tra le pareti della sala Irti, agenti della Squadra Anticrimine e dell’ufficio denunce del Commissariato di Avezzano, coordinati dal vicequestore Roberto Malvestuto, grazie all’organizzazione messa in piedi dall’Amministrazione comunale e dalla coordinatrice del progetto, il prefetto a riposo Amalia Di Ruocco, hanno incontrato oltre 100 anziani, per approfondire le cause, gli effetti, i rischi e le conseguenze delle truffe. In un confronto partecipato e dinamico, durante il quale sono state poste tantissime domande agli interlocutori esperti di sicurezza, è emerso soprattutto un concetto chiave, ovvero che “la truffa è un fenomeno criminale che si è evoluto nel tempo e che oggi ha raggiunto un livello di complessità. Sbagliato affermare ‘a me non succederà mai’. – ha spiegato il dottor Malvestuto – Oggi i truffatori sono dei professionisti e operano quasi sempre in coppia; ad Avezzano i reati più numerosi, oltre ai crimini connessi al codice rosso, sono proprio quelli riguardanti le truffe e i raggiri contro la popolazione più anziana, quindi dobbiamo agire di prevenzione. Come operatori della sicurezza in città, – ha aggiunto – per noi è fondamentale instaurare con chi sporge denuncia un rapporto empatico. Se ci si trova in una situazione di dubbio, una chiamata al 112 è sempre meglio farla, perché spesso il truffatore gioca la carta dell’inganno a livello psicologico. Grazie a questo fattore-lucidità e, quindi, grazie ad una tempestiva chiamata al 112, lo scorso anno, abbiamo arrestato in flagranza di reato due truffatori che erano riusciti ad entrare nell’abitazione di una vittima. Purtroppo, nei nuovi meccanismi della truffa, spesso inciampano anche i più giovani. Le tipologie sono diverse: dalle truffe amorose sui social alla truffa del pacco fino ad arrivare al messaggio far locco di richiesta di aiuto che arriva sul proprio cellulare, da un familiare: il mantra è non fidarsi mai di nessuno. E poi: denunciate, denunciate sempre”. Solo pochi giorni fa, ad esempio, gli agenti della Polizia di Avezzano hanno bloccato in città due malintenzionati, intercettati prima che potessero mettere a segno qualche colpo, come già erano riusciti a fare nella Provincia di Ascoli, derubando un’anziana donna dei suoi gioielli.
Hanno portato i saluti istituzionali alla platea, il vicesindaco Domenico Di Berardino e l’assessore alla sicurezza, Cinzia Basilico. Presente anche il comandante della Polizia Locale, Luca Montanari.
“Tutti i progetti di carattere sociale, educativo e culturale che stiamo promuovendo in qualità di amministrazione, come “Comunità coesa, città più sicura”, hanno il compito primario di allontanare i soggetti più fragili dai rischi e dalle trappole di oggi. – ha dichiarato Di Berardino – Per i ragazzi, ad esempio, occorre attivarsi in maniera tale che vedano la luce, nella società, delle reali e funzionali opportunità sane, alternative alle cosiddette scelte sbagliate”. Tra i consigli utili diramati ieri con il vademecum in formativo, il non fidarsi “degli sms o delle telefonate che arrivano per richiedere password del proprio conto corrente”, o il prestare “attenzione alle persone che si avvicinano amichevolmente per strada, facendo finta di conoscere la persona adocchiata, perché potrebbero derubare al momento dei saluti”.
“In sintesi – ha, infine, concluso il prefetto Di Ruocco – nulla è davvero ciò che appare e se dovessero bussarvi alla porta di casa non aprite, ma chiamate il 112. La finalità ultima del progetto “Comunità coesa, città più sicura” è la coesione: tutti i componenti della stessa comunità devono sentirsi parte integrante di un cammino della prevenzione e della sicurezza, dagli alunni delle scuole ai membri delle associazioni.
Tutti dobbiamo rispettare noi stessi, gli altri e le leggi per avere una società più protetta”.