“Il neo Presidente di “Fratelli dell’Anci Abruzzo” Pierluigi Biondi, invece di difendere i Comuni colpiti dai tagli previsti dalla Legge di Bilancio (1,5 mld nel prossimo triennio che si aggiungono al miliardo dell’ultima finanziaria), dichiara che tutto sommato gli enti locali saranno meno colpiti che in passato. Quindi perché dovrebbero lamentarsi? Come se un sindacalista che, a fronte di un taglio degli stipendi, affermi che tutto sommato poteva andare peggio. Eppure siamo di fronte ad una manovra di tagli che colpiscono i servizi sociali, la sanità, il trasporto pubblico locale e in assenza di spiegazioni e del doveroso confronto l’estrema destra “commissaria” il dissenso usando toni sprezzanti e offensivi per difendere l’indifendibile. Questo è il rapporto che l’estrema destra al potere ha con le rappresentanze autonome dei diversi interessi del Paese. Per la prima volta nella storia di Anci Abruzzo la destra ha voluto imporre come presidente, spaccando l’associazione con il 40% dei Sindaci che è stata costretta a non votarlo, l’attuale responsabile nazionale enti locali di Fratelli d’Italia e Sindaco dell’Aquila Biondi. Un grave inedito non solo rispetto alla storia di ANCI Abruzzo, che ha visto compiere sempre scelte unitarie, ma anche rispetto alle altre regioni d’Italia dove si è trovata, com’è giusto che sia, un’intesa unitaria. In Abruzzo invece, la Regione in cui Giorgia Meloni si è fatta eleggere deputata, l’associazione dei Comuni è costretta ad essere una voce plaudente, servile e non libera di rappresentare esclusivamente gli interessi degli enti locali”. Così in una nota Michele Fina, senatore del Pd.