Siamo francamente sconcertati dalla decisione della Regione Abruzzo di abbattere 500 esemplari di cervo. È una scelta ideologica, che ci catapulta indietro di un secolo e che non risolve in nessun modo nemmeno i problemi che si propone di affrontare. Nella stessa maggioranza sono diverse le voci contrarie e siamo pronti a collaborare con chiunque voglia scongiurare questa decisione.
L’Abruzzo regione verde d’Europa rappresenta un’idea e un modello di educazione e pratica alla tutela dell’ambiente e della biodiversità; una tradizione di tutela che nella nostra regione ha radici antiche, che trovano la loro massima espressione nei tre parchi nazionali e in quelli regionali. La gestione della fauna selvatica è certamente materia complessa, evidentemente troppo per la destra di Marsilio e Imprudente.
Esistono metodi di gestione che non prevedono abbattimento e che sono senz’altro più efficaci per affrontare le questioni legate agli attraversamenti e ai danni alle colture; buone pratiche sono state oggetto di studio e vengono replicate in altre regioni e in altri Paesi. Ma la destra abruzzese preferisce dare prova di una concezione arcaica e predatoria del rapporto con la natura, come è già avvenuto negli ultimi anni, dalla sostanziale cancellazione della Riserva naturale del Borsacchio al tentativo di riperimetrazione del Parco regionale del Sirente Velino.
Si utilizzino strategie sostenibili, moderne ed efficaci. Si predispongano corridoi naturalistici di attraversamento; si facciano investimenti su repellenti e dissuasori, per esempio, per contenere e affrontare tutte le problematiche connesse alla presenza dei cervi e alla loro relazione con le attività umane. Si snelliscano e velocizzino le procedure dei risarcimenti dei danni da fauna selvatica; si mettano a disposizione le risorse necessarie, considerando che agricoltori e allevatori spesso devono aspettare anni prima di ottenere un risarcimento. Si ascoltino le associazioni e gli enti che hanno reso la tutela del nostro patrimonio e della biodiversità una grande ricchezza per l’Abruzzo e un prezioso modello di sostenibilità.
Si utilizzino investimenti, equilibrio e intelligenze, non i fucili.