Essere resilienti, anche nella malattia: nasce ad Avezzano il progetto sperimentale che mira ad implementare interventi e servizi rivolti a ridurre l’impatto della sintomatologia dell’Alzheimer su pazienti e caregiver. Persone affette da demenza, familiari e operatori, difatti, faranno parte a breve di un’iniziativa-laboratorio, supportata dall’Amministrazione comunale, della durata di sei mesi.
“Particolarmente attenti alle problematiche e ai bisogni delle categorie più fragili della nostra comunità, – spiega il vicesindaco Domenico Di Berardino, con delega alle politiche sociali – questa volta abbiamo deciso di sostenere, nell’ottica del principio di sussidiarietà, un progetto che mira a ridare la dignità della cura di se stessi a chi è affetto da una patologia che, purtroppo, va sgretolare, a lungo andare, le fondamenta dei processi cognitivi, causando un deterioramento irreversibile delle funzioni della memoria, del ragionamento e del linguaggio. Il recupero o il mantenimento delle capacità di compiere le normali attività quotidiane è al centro di questo innovativo progetto, elaborato con l’associazione “Insieme per l’Alzheimer”, operativa su tutta la Provincia dell’Aquila”: si terrà all’interno dell’istituto Don Orione di Avezzano” aggiunge. Nella struttura specializzata nell’assistenza socio-sanitaria di via Corradini, infatti, si terranno incontri con cadenza settimanale, aperti ai pazienti, ai loro caregiver, ai loro familiari, ai volontari e agli operatori. La malattia dell’Alzheimer, patologia neuro-degenerativa a decoroso cronico e progressivo, è la causa di demenza più comune riscontata nella popolazione anziana dei Paesi sviluppati: ad oggi, il 20% degli ultra ottantacinquenni ne è affetto, così come il 5% degli individui al di sopra dei 65 anni d’età.
“L’associazione partner di questa iniziativa – afferma ancora Di Berardino – è nata nel 2023 ed è formata, principalmente, da familiari di persone affette da qualche tipologia di demenza: gli attori principali di una condizione che, spesso, si ha difficolta ad affrontare da soli. Grazie al progetto sperimentale “Caffè Alzheimer” organizzeremo spazi di aggregazione sociale all’interno dell’Istituto Don Orione, finalizzati proprio al mutuo-aiuto dei partecipanti; verranno coinvolte anche figure professionali altamente specializzate, come quelle del neurologo, del geriatra, dello psicologo e dello psicopedagogista. Non solo prenderanno parte direttamente alla sperimentazione anche operatori attivi nel campo della musicoterapia e dell’arteterapia.
“Spesso, – conclude Di Berardino – chi resta a casa con una persona affetta da demenza, si sente impotente di fronte ad una problematica che sembra apparentemente insormontabile. Con “Caffè Alzheimer”, andremo a costruire, sul territorio, una rete specifica e multifunzionale di aiuto e soccorso: pazienti, operatori, familiari e volontari saranno trattati alla pari e verranno supportati degnamente in un percorso che avrò lo scopo di smussare gli spigoli e gli angoli di una condizione spesso di stress e di costrizione; la cura e l’assistenza, nella nostra città, incontreranno una dimensione nuova, in cui a vincere saranno il gruppo, la squadra, il sostegno, la positività e il sorriso. I ‘macigni’ mentali e quotidiani diventeranno più leggeri. L’amore per chi ci è accanto, verrà abbinato ad una catena di professionisti specializzati, sempre aperti al dialogo”.