La pratica di medici che, candidandosi in politica, chiedono voti ai propri pazienti ha recentemente sollevato un dibattito acceso, specialmente in contesti locali come la provincia dell’Aquila. Questo comportamento pone seri interrogativi etici e deontologici, con implicazioni che vanno ben oltre il semplice atto di candidatura.
Nella recente campagna elettorale a Sanremo, è emersa una controversa pratica che coinvolge i medici candidati in politica. L’oncologo Claudio Battaglia, candidato consigliere nella lista che appoggia il candidato sindaco del centrodestra Gianni Rolando, è stato denunciato dal Partito Democratico (PD) all’Ordine dei Medici per aver richiesto voti alle proprie pazienti. Questo episodio ha sollevato un acceso dibattito sull’etica professionale e sull’uso dei dati dei pazienti per scopi elettorali.
Secondo una nota del PD, il dottor Battaglia avrebbe inviato una lettera alle sue pazienti chiedendo il loro sostegno elettorale, facendo leva sul fatto di averle curate dopo la diagnosi di tumore. Il partito sostiene che il medico avrebbe utilizzato dati anagrafici raccolti per motivi di cura, violando così i principi deontologici della professione medica. “Questo atteggiamento è non solo inaccettabile, ma anche profondamente contrario ai principi etici che dovrebbero guidare la professione medica,” afferma il PD, che ha chiesto all’Ordine dei Medici di intervenire con provvedimenti disciplinari e alla lista di prendere le distanze dal comportamento del dottor Battaglia.
Dal canto suo, Battaglia ha difeso il suo operato, definendo la lettera come un messaggio personale destinato solo alle pazienti e ai loro familiari, che fa riferimento a momenti difficili ma anche a risultati positivi ottenuti grazie alla sua professionalità. Egli sostiene che la richiesta di fiducia per la sua candidatura si basa sulla “buona pratica” applicata nella cura delle malattie, che intende estendere anche ad altri settori in caso di elezione.
Un Problema Diffuso
Questo fenomeno non è isolato a Sanremo. Anche nella provincia dell’Aquila, oggi vicino al voto di alcuni comuni – come ci hanno segnalato dei lettori –durante le elezioni amministrative e regionali, si è assistito a episodi simili. Candidati, inclusi quelli del PD, sono stati accusati di chiedere voti ai propri pazienti, sollevando preoccupazioni sull’uso improprio del rapporto di fiducia medico-paziente per scopi elettorali. È stato notato che questa pratica è frequentemente utilizzata anche nella nostra provincia, sollevando dubbi sull’integrità e sull’etica dei professionisti coinvolti.
Il Doppio Standard del PD
La situazione diventa ancora più complessa considerando che alcuni candidati del PD, che da una parte condannano fermamente questa pratica, dall’altra sembrano utilizzarla a loro vantaggio. Questo doppio standard mina la credibilità del partito e solleva interrogativi sulla coerenza dei suoi principi etici. La critica all’oncologo Battaglia appare quindi come un caso emblematico di una problematica più ampia e diffusa.