Dopo il podio di Leclerc a Jeddah (3°) e doppietta della solita Red Bull, il mondiale di F1 sembrava in fase di stanca già alla seconda gara, per cui tutti si erano preparati per affrontare lo step successivo a Melbourne con lo stesso spirito. Nessuno poteva, però, immaginare l’epilogo della corsa australiana arrivato contro ogni aspettativa.
Veniamo alla gara.
Dopo la pole position del solito Verstappen e una buona prestazione di Sainz (2°) si credeva di assistere alla solita litania Red Bull con l’olandese in testa e gli altri guardare.
Tutto sbagliato.
Parte infatti, Verstappen come un fulmine, come suo solito, ma la Ferrari di Sainz lo segue attaccato come un’ombra e inaspettatamente minacciosa: la Rossa di Maranello sembra non soffrire la velocità della Red Bull restando sempre incollata agli scarichi dell’olandese. Viene da pensare al solito fuoco di paglia visto tante altre volte, ma questa volta il fuoco del “Matador” brucia davvero e appena un giro dopo lo spagnolo apre il DRS e, la sua Ferrari indiavolata, “svernicia” letteralmente la Red Bull di Verstappen. Non contento di questo la Rossa n° 55 continua ad allungare come non se non ci fosse un domani tenendo il suo avversario a debita distanza.
Non si vedeva una cosa del genere dal 2022 con Leclerc.
La Ferrari sembra un’altra macchina e Sainz continua ad allungare. Il colpo di scena non finisce qui poiché la Red Bull dell’olandese al 5° giro decide di farla finita e appiedare il suo pilota con grossi problemi ai freni posteriori. Non si vedeva una Red Bull in panne dal 2022. Eppur si muove, disse un tizio.
A questo punto la gara non ha avuto più storia: la Ferrari di Sainz ha macinato tutti senza alcun problema dimostrando i grossi progressi della vettura di Maranello e l’ottima strategia messa in pista per il risultato. Anche l’altro ferrarista, Leclerc, ha dispuntato un’ottima gara ma con qualche problema di gomme al primo stint che non gli ha consentito di andare come voleva.
Alla fine dei giochi il risultato finale è rosso: un secco uno-due che dimostra il buon lavoro messo in atto a Maranello e la buona dedizione dei piloti, i quali, quando la macchina c’è ci sono anche loro.
Niente da fare per le altre scuderie compreso Perez, sull’altra Red Bull, arrivato 5° con un minuto di distacco.
Fuori anche le due Mercedes con Hamilton, lasciato a piedi dalla sua W15 per problemi tecnici e Russell autore di un brutto incidente all’ultimo giro, ma senza conseguenze per il pilota.
Il prossimo appuntamento sarà in Giappone a Suzuka il 7 aprile 2024 per il quale, alla luce di quanto accaduto in Australia, si preannuncia una grande battaglia.
Restate sintonizzati.
1 | C. Sainz | Ferrari | 58 | 1:20:26.843 | 1:20.031 |
2 | C. Leclerc | Ferrari | 58 | +2.366 | 1:19.803 |
3 | L. Norris | McLaren | 58 | +5.904 | 1:19.915 |
4 | O. Piastri | McLaren | 58 | +35.770 | 1:20.199 |
5 | S. Perez | Red Bull | 58 | +56.309 | 1:20.388 |
6 | L. Stroll | Aston Martin | 58 | +93.222 | 1:20.930 |
7 | Y. Tsunoda | RB | 58 | +95.601 | 1:21.134 |
8 | F. Alonso* | Aston Martin | 58 | +100.992 | 1:20.493 |
9 | N. Hülkenberg | Haas | 58 | +104.553 | 1:21.145 |
10 | K. Magnussen | Haas | 57 | +1 giro | 1:21.082 |
11 | A. Albon | Williams | 57 | +1 giro | 1:21.618 |
12 | D. Ricciardo | RB | 57 | +1 giro | 1:21.239 |
13 | P. Gasly | Alpine | 57 | +1 giro | 1:21.090 |
14 | V. Bottas | Kick Sauber | 57 | +1 giro | 1:21.422 |
15 | G. Zhou | Kick Sauber | 57 | +1 giro | 1:21.327 |
16 | E. Ocon | Alpine | 57 | +1 giro | 1:21.354 |