Domenica 17 marzo, alle 12, nella Cattedrale dei Marsi, il vescovo Giovanni Massaro presiederà la Celebrazione Eucaristica, nella Quinta Domenica di Quaresima, alla quale sono anche invitati, in maniera particolare, i sindaci e gli amministratori della Marsica. Sarà un momento speciale – spiega il vescovo – «per rinsaldare i vincoli di comunione con Dio e rafforzare l’impegno a favore dei nostri fratelli» e sarà «occasione per fare ancora una volta esperienza dell’amore di Dio e scambiarci gli auguri di Buona Pasqua».
«La politica – scrive il presule citando La Pira – è l’attività religiosa più alta dopo quella dell’unione intima con Dio perché è la guida dei popoli, una responsabilità immensa, un severissimo servizio». «Può avventurarsi verso un impegno del genere – sottolinea Massaro spiegando il senso dell’iniziativa nell’invito agli amministratori locali» solo chi possiede un robusto retroterra interiore. In realtà, per un cristiano, c’è alla base dell’impegno politico una vocazione, una chiamata di Dio che è sempre una chiamata a vivere con amore la propria vita e il servizio agli altri. Ed è importante che la Chiesa non lasci mai soli e senza il sostegno di una profonda spiritualità coloro che si impegnano in politica offrendo loro occasioni per prendersi cura della propria interiorità e alimentare sogni e speranze».
Il vescovo, in collaborazione con l’equipe di Pastorale sociale e del lavoro, facendo inoltre tesoro delle preziose assemblee sinodali vissute nei mesi scorsi, con i sindaci e gli amministratori, lancia un ulteriore proposta per dare seguito al cammino intrapreso. L’appuntamento sarà sabato 15 giugno, in mattinata, per un laboratorio di sinodalità con il Clero diocesano per una riflessione comune anche in vista della 50 Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, in programma a Trieste nella prima settimana di luglio, che avrà come tema: “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”.
Si legge nel documento preparatorio: «Il futuro del Paese richiede persone capaci di mettersi in gioco e di collaborare tra loro per rigenerare gli spazi di vita, anche i più marginali e affaticati, rinforzando la capacità di scegliere democraticamente e di vivere il potere come un servizio da condividere. Tutte le voci di una comunità devono trovare parola, ascolto e sostegno, per elaborare pensiero e avviare percorsi di partecipazione, per trasformare il presente e liberare più bellezza nel futuro».