Non solo Roma e Vaticano per il Giubileo del 2025 che richiamerà fedeli da tutto il mondo. L’anno speciale di grazia vedrà milioni di persone in ‘viaggio’ religioso ma vivrà anche “tanti eventi di carattere spirituale, culturale e artistico”, come annunciato da monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, illustrando i progetti per l’Anno Santo. Ma al Giubileo si preparano anche tante città e piccoli borghi italiani, come Campli, in provincia di Teramo, riconosciuto tra i più belli d’Italia, gioiello di storia, arte, natura e tradizione ma anche custode di un prezioso luogo di culto: il santuario della Scala Santa dove, in alcuni giorni dell’anno salendo, in ginocchio e in preghiera, i 28 gradini di legno d’ulivo è possibile ottenere l’indulgenza. “Dopo aver celebrato i 250 anni dall’istituzione della Scala Santa, avvenuta nel 1772 con bolla di papa Clemente XIV, ora siamo pronti ad accogliere pellegrini e turisti che arriveranno in Italia per il Giubileo 2025”, dice all’Adnkronos il sindaco di Campli, Federico Agostinelli.
Il piccolo borgo abruzzese, circa 7mila abitanti, è un vero e proprio museo diffuso: la stessa Scala Santa, attigua alla Chiesa di San Paolo Apostolo, è un prezioso scrigno di arte religiosa: lungo le sue pareti si possono ammirare sei tele raffiguranti la Passione di Cristo, per permettere ai fedeli di unirsi spiritualmente alle sofferenze del Salvatore, mentre alla sua sommità si trova la Cappella del Sancta Sanctorum con reliquie custodite in artistici reliquiari napoletani, una tela con Cristo Pantocratore e all’inizio della scala due affreschi raffiguranti Sant’Elena e Clemente XIV.
Ma passeggiando lungo la via principale del borgo si può ammirare la Casa del Medico e dello Speziale, la Chiesa di Santa Maria in Platea, che deve il suo nome alla statua della Madonna col bambino collocata al suo interno e il bellissimo Palazzo Farnese, uno degli edifici storici di maggior prestigio e tra i più antichi del territorio abruzzese, oggi sede del Municipio. E ancora: il Museo archeologico all’interno di un antico convento dedicato a San Francesco, l’unico museo nazionale nella provincia di Teramo. Infine, la vicina, imponente, Necropoli di Campovalano con tracce di vita e di civiltà risalenti fino all’Età del Bronzo e con le antiche tombe caratterizzate da grandi tumuli racchiusi da circoli di pietre.
“In questi anni – spiega Agostinelli – abbiamo fatto un percorso particolare, costruendo nel tempo una mentalità turistica che mancava: siamo partiti nel 2014 per arrivare al 2018, quando abbiamo ottenuto l’ingresso nel circuito dei borghi più belli d’Italia. Un lavoro dunque – sottolinea il primo cittadino di Campli – durato diversi anni, per nulla facili, durante i quali abbiamo avuto problemi con il terremoto, le frane e vari altri ostacoli. Una volta ottenuto il riconoscimento a settembre 2018, il nostro turismo è decollato, ci hanno conosciuto sempre di più, e abbiamo avuto un momento di boom proprio a ridosso del Covid, quando si è sviluppato un forte turismo di prossimità che ci ha permesso di occupare uno spazio anche a livello nazionale importante: tantissimi abruzzesi, e non solo, hanno scoperto e visitato Campli”.
“Hanno parlato di noi il National Geographic, il Guardian – prosegue Agostinelli – e dalla fine del Covid abbiamo registrato un flusso turistico importante. Insomma ci siamo ritrovati in una posizione privilegiata non essendoci mai fermati nella promozione del nostro territorio. Abbiamo registrato un aumento di visitatori nella necropoli di Campo Valano, così come nel museo. Di recente poi abbiamo avuto la possibilità di riportare a Campli la Madonna del Latte, opera del Quattrocento di Giacomo da Campli che da 20 anni era al Munda, il Museo nazionale d’Abruzzo”, ricorda Agostinelli. “Abbiamo poi sviluppato molto la nostra montagna, grazie a una serie di iniziative, giornate ed eventi dedicati, che ci hanno permesso di ampliare la nostra offerta turistica, oggi non solo storico-artistico-religioso ma anche naturalistica. Ricordiamo – aggiunge – che siamo anche vicini al mare, quindi abbiamo veramente tanto da offrire, come mostra bene il nostro portale Visit Campli (https://www.visitcampli.it/)”.
“Tutto questo, non ultimo – conclude il primo cittadino – insieme a tanti prodotti tipici da degustare: siamo famosi per la sagra della porchetta, la più antica d’Abruzzo, che ogni anno ‘onoriamo’ ad agosto e quella del tartufo, altro prodotto tipico che stiamo valorizzando tantissimo soprattutto nella zona di Campo Valano. Ricordiamo poi altri piatti tipici del teramano: dalla pecora ‘alla callara’ alle ‘virtù’, una zuppa di legumi, verdure e pasta che si mangia il primo maggio con le rimanenze delle scorte invernali, a simboleggiare la ‘pulizia delle credenze’. Dunque chi viene a Campli si troverà bene. Anche a tavola”, assicura.
(Adnkronos)