Luca Zaia rilancia, e, in un’intervista sulle pagine de ‘La Stampa’, chiede che il vincolo di due mandati per i governatori venga tolto. “Questo è un Paese che deve decidere se vuole il cittadino protagonista della scelta della classe dirigente – rimarca – e allora deve togliere il blocco dei mandati. Dire che si creano dei centri di potere è come dare degli idioti ai cittadini, perché è pieno di casi in cui dopo un primo mandato gli elettori non hanno rinnovato la fiducia. Non basta avere una carica per restarci all’infinito”. Ma per il ‘doge del fare’, stando almeno a sentire le campane di Fdi, le speranze di ambire al ‘terzo giro di boa’ sarebbero ridotte al lumicino. Se non prossime allo zero. “La posta in gioco è troppo alta”, il ragionamento che rimbalza in via della Scrofa.
E questo perché la ‘posta Zaia’ è legata a doppio filo ad altre partite elettorali decisive. Premettendo che Fdi non vuole rinunciare al Veneto nel suo ‘bottino’ elettorale – premessa d’obbligo -, “concedere il terzo mandato al governatore leghista – spiegano i beninformati all’Adnkronos – vorrebbe dire aprire simultaneamente ad altre tre regioni: Campania, Emilia Romagna e Puglia. Rischiando, di fatto, di perdere le prime due, avvantaggiando il Pd con Bonaccini e De Luca…”, il timore che serpeggia. Per questo, gli spazi per aprire al terzo mandato dei governatori sarebbero strettissimi. “Non se ne parla – confermano le stesse fonti -: su questo Giorgia non cederà di un millimetro”, è la convinzione.
Così come sbaglia, stando almeno al ‘mood’ che si respira in Fdi, chi crede che la strada per aprire ai tre mandati per chi governa le regioni passi dal dl election day, approvato dal Cdm nei giorni scorsi con il disco verde ai 3 ‘giri’ per i sindaci dei piccoli comuni. “Non potrà essere emendato nel percorso parlamentare aprendo ai presidenti di Regione -spiega all’Adnkronos un ministro di peso in quota Fdi -. La Lega questo lo sa bene perché sono stati messi i puntini sulle ‘i’. Patti chiari e amicizia lunga”.