(Adnkronos) –
Non c'è pace nel centrodestra sulle regionali 2024. Il 'sacrificio' della Lega che ha dovuto rinunciare a Christian Solinas in Sardegna non sarebbe affatto andato giù a Matteo Salvini, che non accetta di ritrovarsi con una casella in meno e rivendica per sé la Basilicata, guidata dall'azzurro Vito Bardi. Non a caso il numero due del Carroccio Andrea Crippa, che domani volerà nell'Isola per fare le liste, intercettato in Transatlantico, a Montecitorio, mette in guardia Giorgia Meloni chiedendo 'compensazioni', a discapito dell'alleato Forza Italia: ''Adesso c'è un altro partito che dovrebbe fare lo stesso nostro sforzo…''. Il muro contro muro, dunque, continua. Non si vede all'orizzonte un vertice dei leader della maggioranza ma ci sarebbero stati due confronti bilaterali: Meloni avrebbe sentito in queste ore, separatamente, sia Salvini che Antonio Tajani per fare il punto della situazione e provare a sciogliere i nodi sul tavolo. Crippa parla chiaro, facendo capire che Salvini contesta di fatto la conferma dei due governatori uscenti forzisti: Bardi, appunto, e Alberto Cirio in Piemonte: "E' chiaro che se vale la regola che contano le percentuali dei partiti, in questo momento la Lega è in credito". Pronta la replica di Forza Italia, che non ci sta a rinunciare al suo candidato in Basilicata per dare spazio a un 'civico', indicato dalla Lega: ''Bardi non si tocca''. ''Un passo indietro per Bardi? Non esiste'', taglia corto il presidente dei deputati di Fi Paolo Barelli. Tra i parlamentari azzurri c'è chi vede un Salvini in difficoltà (alle prese con il futuro di Luca Zaia, legato al terzo mandato), costretto al fallo di reazione dopo aver perso Solinas: da qui il mirino puntato su Bardi. Per la Basilicata, a via della Scrofa si ragiona sulla possibilità di un candidato civico -viene spiegato all'Adnkronos- così da riequilibrare i rapporti di forza: un governatore agli azzurri, uno alla Lega, due a Fdi e un civico in Basilicata per trovare la quadra. Sul tema è intervenuto oggi anche il capogruppo di Fdi alla Camera, Tommaso Foti, ricordando agli alleati il 'sacrificio' compiuto due anni fa in Sicilia da Fdi. Il partito di Giorgia Meloni, rimarca Foti, aveva il governatore uscente della Sicilia Nello Musumeci (oggi ministro): l'ex presidente della Regione Siciliana "poteva ripresentarsi ma alcuni partiti hanno detto che pur riconoscendo il suo lavoro preferivano una scelta diversa e Fratelli d'Italia ha fatto un sacrificio", ha sottolineato il parlamentare meloniano, aggiungendo che "in una coalizione bisogna abituarsi non solo ad ottenere ma anche a rinunciare". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)