Un intervento duplice, sul piano politico e sociale e sul piano individuale e personale. È così che si prova a smuovere, nella nostra regione come nel resto del paese, il problema delle pensioni. Una questione complicata, difficile, che si unisce al crollo demografico e al calo degli occupati, temi ancora più complessi per una regione come l’Abruzzo, l’ennesima regione italiana in cui il numero di occupati è più basso rispetto ai pensionati (seppure di poco: 22.554.000 contro 22.759.000).
Due strade, dicevamo. Quella personale è quella che sta spingendo sempre più persone a guardarsi intorno per trovare le migliori tipologie di fondo pensione adeguate per assicurarsi l’età pensionabile e per garantire a sé stessi e al proprio nucleo famigliare lo stesso stile di vita di quando si lavorava. Ma che cos’è un Fondo Pensione? Si tratta di una forma di previdenza complementare, articolata in diverse formule (fondi pensione aperti, chiusi e PIP, piani individuali pensionistici). Attraverso versamenti periodici si vanno a mettere da parte fondi che poi potranno essere utilizzati per arricchire l’assegno mensile erogato dall’INPS.
Un assegno che ad oggi è incredibilmente basso. Lo ha fatto presente anche Claudio Sarmiento, Vicepresidente dell’Associazione Nazionale Pensionati della sezione Abruzzo: “Le pensioni minime vanno alzate ad almeno 780 euro al mese e, comunque, a un importo non inferiore a quanto indicato dall’Europa riguardo la soglia di povertà”. Sono oltre 2 milioni, infatti, i pensionati con trattamento economico al minimo, non in grado di soddisfare i bisogni basilari, anche a causa della crisi energetica e dell’inflazione.
Per smuovere questa situazione e per migliorare tanto il presente quanto il futuro occorre dare una scossa al mercato occupazionale, investendo sui giovani e sulle donne, le fasce più isolate e meno coinvolte ad oggi. Per questo è stato presentato il pacchetto lavoro della Regione, inserito all’interno della programmazione del FSE, il Fondo Sociale Europeo. 39 milioni di fondi, destinati ad aziende, ordini professionali e imprese che si impegneranno ad assumere le categorie previste. Un vasto programma di formazione, riqualificazione e assunzione, che mira a risolvere il gap sempre più importante che separa le regioni meridionali da quelle del nord.
Un tentativo importante di attaccare alla radice il problema della pensione, che non potrà risolversi senza un’attenzione particolare al mercato del lavoro e alle forme di previdenza complementare. Un tentativo virtuoso da parte dell’Abruzzo, che potrà essere utilizzato come modello anche da altri regioni.