AVEZZANO – “le scatole dei balocchi” è il titolo della mostra personale dell’artista italo-olandese PAOLO SISTILLI, che viene presentata sabato 30 settembre alle ore 18.00 e resterà aperta fino al 28 ottobre 2023, presso i locali del Circolo Iniziative Culturali “Studiounoripartiamodazero”, in Avezzano (AQ) Piazza Castello, n° 7.
L’artista Paolo Sistilli, che da lungo tempo vive ed opera ad Utrecht in Olanda, presenta una selezione di lavori degli ultimi anni, una trama di segni, lettere, forme geometriche che costituiscono il suo personalissimo codice visivo e semantico.
Come lo descrive Daniela Simoni nel suo scritto “idioma dell’ineffabile” : … ha come tema di fondo una riflessione sulla scrittura, sulla lingua come medium di comunicazione, come snodo tra individualità e universalità, un patrimonio tramandato che lega il passato più remoto a quel futuro che possiamo solo immaginare. Implicazioni filosofiche, storiche, antropologiche trovano sintesi in un linguaggio espressivo poetico e insieme rigoroso, in una cifra stilistica riconoscibile, in una pittura lenta, curata, che ha fatto propria l’antica tecnica dell’encausto.
Arcani segni grafici abitano i fondi materici dei dipinti di Paolo Sistilli, caratteri di un idioma del passato di cui sembra smarrito il valore semantico ma che conservano intatta nella forma una potenza primordiale. Sono cifre di una segreta favella, che il critico olandese Dick Adelaar definisce “il sistilliano”, alfabeto immaginario che è insieme concettuale e calligrafico. Le superfici delle tele sono complessi microcosmi scanditi da velature, da proiezioni in profondità dalle quali emergono forme, lettere, motivi evocati dalla coscienza dell’artista: sono caratteri che non esprimono un significato sul piano razionale ma che noi “riconosciamo” nella loro valenza archetipa, perché hanno impressa la traccia di un codice appartenente all’immaginario condiviso.
L’assoluto dominio dei mezzi espressivi si traduce in un procedere lento, per velature, sovrapposizioni, ponderazione attenta degli schemi compositivi, tempi d’attesa richiesti dalla complessa tecnica dell’encausto. Su questi tessuti pittorici che emanano la cifra della perfezione si posano spesso tracce di memoria esistenziale: il filo rosso oppure i grafismi apposti con il gesso imprimono nell’opera quella componente emotiva che ci riconduce alla dimensione umana.