di Sveva Villoresi
TAGLIACOZZO – Quattro continenti su cinque sono rappresentati in questo piccolo comune. Alla faccia della vulgata xenofoba e del cosiddetto razzismo imperante, agitati un giorno sì e l’altro pure per pura e semplice speculazione politica. Africa, Asia, Europa e Americhe, con la sola esclusione dell’Oceania, vantano una loro rappresentanza a Tagliacozzo.
Sono ben trentasei le nazionalità presenti nella piccola città marsicana, una sorta di piccola Onu in sedicesimi cui guardare con attenzione e compiacente apprezzamento. Vivono qui bulgari, lettoni, tedeschi, lituani, polacchi, inglesi, slovacchi, ceki, spagnoli, ungheresi, bielorussi, croati, kosovari, macedoni, moldavi, russi, svizzeri, ucraini, camerunensi, tunisini, guineiani, marocchini, togolesi, brasiliani, peruviani, statunitensi, canadesi, colombiani, salvadoregni, malgasci, kazaki, cinesi, filippini, indiani e bengalesi.
Ad essi, fra giorni, espletate le pratiche in via di accertamento da parte degli organi competenti, si aggiungerà anche una pattuglia di pakistani. In effetti, ci mancavano. Gli stranieri, in questo centro povero di risorse e di opportunità lavorative, rappresentano il 10% della popolazione residente.