di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – Un castello Orsini gremito e curioso ha accolto questa mattina, in una splendida giornata di sole, l’esordio sulla scena politica e sociale dell’Abruzzo del raggruppamento “Civiche Per L’Abruzzo”, presentato da Gianni Di Pangrazio, già Sindaco di Avezzano, e dal parlamentare Fabrizio Di Stefano.
Big della politica locale, provinciale e regionale si sono affollati ma anche soprattutto tante persone comuni quei cittadini, come ha ricordato più volte Di Pangrazio nel suo breve ma intenso discorso di introduzione, «nei cui panni chi vuole amministrare la cosa pubblica deve calarsi». Di Pangrazio ha ricordato il valore dell’ascolto delle sofferenze delle persone ed ha citato due casi locali come la grave situazione della LFoundry e la lotta dei commercianti ambulanti che stanno cercando di difendere il loro diritto alla sopravvivenza. Ma ha parlato anche dei giovani abruzzesi, «Uno scandalo che su 100 laureati abruzzesi 34 debbano “scegliere” di andare via». E poi ancora giustizia, sanità ma soprattutto futuro, crescita, iniziative, progetti e programmi che mettano insieme turismo e agricoltura, vocazione ambientale e sviluppo per far si che l’Abruzzo delle città e dei territori, soprattutto delle aree interne ora penalizzate, diventi, in questo modo, l’Abruzzo delle opportunità.
L’onorevole Di Stefano ha ribadito e rinforzato questi concetti, superando le piccole cose della politica e rivolgendosi proprio alla gente parlando «del grande lavoro di ricostruzione che ci attende all’indomani dei brandelli lasciati dall’Amministrazione D’Alfonso». Anche lui, però, non ha voluto soffermarsi troppo sul quel che è stato ed ha preferito parlare di futuro, per il quale servono le idee ed il contributo dei cittadini per far si che l’Abruzzo esca dalla crisi nella è stato condotto e riprenda a crescere.
Una convention che, diciamo noi, un risultato l’ha ottenuto di certo. In un momento in cui la politica appare come la cosa più odiosa e lontana dalle persone e dai loro tanti e più che legittimi problemi, con un esempio quotidiano, come ad Avezzano, di non ascolto, non considerazione, autoreferenzialità, culto del e stessi, mettere insieme una sala come quella del castello Orsini non era semplice e scontato. Evidentemente le persone ancora sperano che possa, prima o poi, arrivare chi si impegni davvero a fare ripartire l’orgoglio dell’Abruzzo.
Ripresa Germanico Patrelli.