“Ci sono domande a cui chi ha l’onore e l’onere di rappresentare i cittadini non può sottrarsi e deve assumersi la responsabilità di rispondere. Il prolungato silenzio della Giunta Marsilio su quanto sta accadendo nella Asl 1, e con un effetto domino in tutto l’Abruzzo, è inaccettabile. La gravità della situazione è espressa anche dagli operatori sanitari, ai quali ribadiamo la nostra più totale solidarietà.
A loro va anche il nostro ringraziamento poiché continuano a svolgere il lavoro con abnegazione anche in situazioni estreme. Per questo sosteniamo convintamente le richieste del Conaratos, Comitato nazionale di rappresentanza e tutela degli operatori sanitari, che oggi, attraverso una lettera, chiede chiarezza e informazioni alla Asl 1 riguardo all’attacco hacker che ha paralizzato il server dell’Azienda sanitaria” ad affermarlo è il Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Giorgio Fedele, che continua “Le rimostranze del Comitato confermano quanto, come Movimento 5 Stelle, stiamo sostenendo da tempo: l’assenza di comunicazione, tanto interna quanto esterna, messa in atto dal centrodestra, non sta mettendo il personale nella condizione di svolgere le proprie funzioni. Le frammentarie e confusionarie informazioni che arrivano disorientano tanto i cittadini quanto il personale sanitario. Inoltre, il Consiglio regionale, che del territorio è una rappresentanza democraticamente eletta, è scientemente tenuto all’oscuro di tutto. Probabilmente – incalza Fedele – nella speranza che passi inosservato come una situazione critica sia stata resa emergenziale dall’incompetenza dimostrata da Fratelli D’Italia, Lega e Forza Italia, nella gestione della crisi.
Dalla stampa, inoltre, arrivano conferme che nei maggiori ospedali del territorio i terminali non sono funzionanti, che gli operatori lavorano con i propri telefonini e che, a più di 13 giorni dall’attacco, ancora si ricorre a carta e penna. Tanti servizi non sono ancora ripresi. Anche la rete telefonica è carente e molti interni sono irraggiungibili dall’esterno. Una condizione impensabile per tutti i lavoratori che stanno facendo il possibile per portare avanti il servizio sanitario pubblico. È inaccettabile che a queste persone non venga data nessuna rassicurazione o risposta” conclude.