AVEZZANO – Si alza il tono della polemica, e soprattutto dello scontro, con i rappresentanti della Provincia dell’Aquila. Il Day-After la riunione dell’ente provinciale per la questione del Ponte Giovenco, chiuso da quasi cinque mesi, è puntellato di precisazioni e chiare accuse all’Amministrazione aquilana definita assente ed immobile dal Comitato e dallo stesso Sindaco di Ortona dei Marsi, Manfredo Eramo. A qualcuno dei consiglieri, che ha avuto toni polemici proprio con il Comitato, viene replicato che proprio chi parla desso ha brillato, fino a ieri, per l’assenza. Un male contagioso, quello dell’Assenza evidentemente, che da Avezzano si propaga a qualche amministratore pubblico.
Queste le parole di Manfredo Eramo, Sindaco di Ortona dei Marsi: «Scusate signori rappresentanti della Provincia, le critiche espresse sono più che fondate. Mi sembra palese che ci sia un chiaro disinteresse, speriamo non voluto, da parte del consigliere delegato alla viabilità al problema del ponte di Bisegna. Non mi sembra che il consigliere Alfonsi fosse presente alla riunione tenutosi per discutere di questo problema ad Ortona dove partecipavano anche rappresentanti della Regione tra cui l’assessore ai lavori pubblici ed il consigliere provinciale Scamolla. Non mi sembra che fosse presente alla marcia sul ponte dove oltre a tutti i sindaci della Valle erano alcuni deputati della Repubblica Italiana. La sua presenza non è stata notata in alcuno dei tanti incontri sulla viabilità dell’asse stradale SP 17. Con quale coraggio si deresponsabilizza affermando che il ponte rischia di crollare per una mancata manutenzione. Non mi risulta che in questi ultimi 8 anni in cui ha ricoperto il ruolo di consigliere provinciale abbia mai posto il problema della manutenzione della SP17 e quindi della ponte. Spero che le dichiarazioni del consigliere Scamolla, quando afferma che le responsabilità della ricostruzione del ponte deve assumersele l’Amministrazione provinciale, abbiano un seguito. Perché la Provincia non può tergiversare ancora!».
Così Silvano Di Pirro, presidente del Comitato Civico Ponte: «Nessuno di noi mette in discussione questo. Il problema però è che dal 8 giugno 2018, la provincia di L’Aquila, titolare di diritto della SP 17 e della sua manutenzione, sicurezza e gestione non ha Fatto Nulla per la messa in sicurezza del Ponte Giovenco con il conseguente ripristino della percorribilità della SP 17. Il protrarsi di questa condizione di isolamento di due territori connessi storicamente da interessi sociali, economici e umani, sta creando notevolissimi disagi alle popolazioni residenti nella Valle del Giovenco e nell’Alto Sangro. Disagi che con l’arrivo dell’inverno verranno amplificati enormemente, inducendo tanti cittadini ad abbandonare i propri paesi. Questa è la situazione attuale, le altre sono solo polemiche sterili, inutili e dannose per il territorio. Il Comitato Civico Ponte Giovenco ha espresso sempre una unica e sola richiesta: attivare le procedure consentite dal Codice Appalti di Somma Urgenza, puntellare e mettere in sicurezza il Ponte Giovenco e riaprire la SP 17 a senso alternato al traffico leggero e pesante. Questa è l’unica strada da percorre con determinazione e massima urgenza per arrivare ad una risoluzione del problema. Tutte le altre sono proposte irrealizzabili e messe sul campo solo per prendere tempo. Le polemiche a noi non interessano, tanto più le polemiche fra i partiti! Vogliamo il Ponte Giovenco messo in sicurezza con un appropriato puntellamento e la immediata riapertura della SP 17..prima dell’inverno. – Silvano Di Pirro – Presidente Comitato Civico Ponte Giovenco».
Onestamente a noi sfugge la logica che domenica la maggioranza degli attuali politici e amministratori. Una struttura, che sia un ponte, una scuola, un teatro o un palazzo, ha una età, un livello di degrado e di consumo, esistono a riguardo parametri specifici. Se si tiene conto di quei parametri e si agisce per tempo, non accade nulla, se non lo si fa, avvengono i disastri. Il Ponte Giovenco, se non andiamo errati, non è stato costruito a marzo scorso e nessuno poteva immaginare che quattro mesi dopo fosse già impraticabile (cosa che con certi lavori fatti in certi modi può anche avvenire in Italia), ma è li da decenni e, quindi, era facile intuire, ma già negli anni passati, che necessitasse di opere di manutenzione e consolidamento. E noi siamo giornalisti, nessuno in possesso di titoli tecnici appropriati. La logica applicata, solo la logica.