Dopo 20 anni di attese, finalmente il progetto di una linea ferroviaria Roma-Pescara, che potesse passare dalle 3 ore e 30 minuti a circa due ore, iniziava a vedere la luce.
L’interesse di RFI c’era: ricordiamo lo stanziamento di 1 miliardo e 556 milioni di euro grazie all’ex Giunta Regionale D’Alfonso. Sembra che non si parli più di priorità per la linea ferrata Roma Pescara, ma di un collegamento ferroviario, totalmente ex novo, tra L’Aquila e Tagliacozzo. In futuro, ben venga anche la realizzazione di un eventuale collegamento ferroviario tra L’Aquila e la Marsica, ma la priorità assoluta deve essere l’adeguamento della già esistente linea ferroviaria Roma – Avezzano – Sulmona – Pescara. L’opera è considerata strategica. Dobbiamo impedire a tutti i costi che sul raddoppio della linea ferroviaria Pescara – Roma si materializzi un movimento No – Tav, ha ricordato tempo fa l’On. Luciano D’Alfonso. Il progetto presentato da RFI prevede l’abbattimento di diversi fabbricati verso Manoppello, San Giovanni Teatino e Brecciarola. Ci sarebbero delle alternative: un vecchio studio, ipotizzato dalla stessa RFI nel 2007, che prevede il passaggio in affiancamento ed attraversamento all’Interporto Valpescara di Manoppello. L’On. D’Alfonso si è espresso così:” La Regione, dal canto suo, ha il dovere di evidenziare questa grande opera infrastrutturale come la sola in grado di far nascere le “Città elettive”( Pescara-Sulmona, Sulmona-Avezzano e Avezzano-Roma). La ferroviarizzazione è il ritorno alla modernità per la qualità della vita di chi si sposta e per la liberazione dell’aria dall’inquinamento. Mettiamoci insieme su questa importante partita”.
Chiediamo più attenzione per le aree interne abruzzesi, in modo particolare per la Marsica.
Esempi? Tribunali minori abruzzesi: bene la proroga al 2025, ma occorre lavorare seriamente per una soluzione definitiva (Non bisogna dimenticare che, a Vasto c’è un Porto commerciale importante. Cosa sarebbe Vasto senza il Tribunale e la Procura della Repubblica? Il rischio di infiltrazioni criminali in questo territorio sarebbe davvero reale. Dunque la soppressione dei Tribunali minori favorisce l’aggressione della malavita nei territori: la Marsica e la Valle Peligna sono zone calde a un passo da Roma, da Pescara e da Napoli); Ospedali di Avezzano, di Pescina e di Tagliacozzo: la sanità nella Marsica è in sofferenza; servono risposte immediate; Centro smistamento merci della Marsica: strategico per il rilancio economico del territorio marsicano e per la realizzazione del Corridoio trasversale intermodale Tirreno – Adriatico (Barcellona – Civitavecchia – Pescara – Ortona – Vasto – Ploce); Impianto irriguo del Fucino di cui si sono perse le tracce dei 50 milioni di euro stanziati; il centro di ricerca CRUA (Ex CRAB) di Avezzano andrebbe rilanciato con la collaborazione della Regione Abruzzo, del Comune di Avezzano, dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo e dell’Università di Teramo. Sarebbe anche un’occasione utile per installare nel CRUA un incubatore d’Impresa con start up che operi nel settore agroindustriale. Non dimentichiamo che nei locali del CRUA da ottobre 2022 è presente anche il Corso di laurea triennale professionalizzante in “Intensificazione sostenibile delle produzioni ortofrutticole di qualità” dell’Università di Teramo.
A questi risultati, le aspettative si sono dissolte come neve al sole, possiamo aggiungere un’ultima medaglia, l’insabbiamento della linea ferroviaria Roma – Pescara.
Sembra che i fondi relativi al potenziamento della tratta ferroviaria Avezzano – Tagliacozzo non ci siano. Insomma tutti usano parole solenni sull’importanza della Roma – Pescara, ma poi non si finanziano i lavori impedendo ad Avezzano di diventare periferia di Roma e di Pescara per colpa di una Politica inconcludente. Il raddoppio ferroviario è l’unica strada per la sicurezza dei pendolari: la Pescara – Roma nel 2023 viaggia ancora sul binario unico. Eppure i fondi del Masterplan e del PNRR ci sono. Cosa aspettiamo? La mancata partenza dei lavori potrebbe causare la perdita delle risorse già stanziate. Riguardo alle scadenze temporali legate alla rendicontazione delle risorse, queste dovranno essere spese entro il 2026 . Come mai nel 1990 i treni Intercity “Gianicolo” e “Amiternus” impiegavano 3 ore nette per raggiungere Roma da Pescara e nel 2023 i treni regionali veloci impiegano circa 3 ore e 30 minuti? Sarebbe bello poter ripristinare almeno un treno veloce no – stop con tre fermate intermedie (Chieti – Sulmona – Avezzano). Basta con le promesse. A questo punto ci si chiede: ”Come mai questo tergiversare inconcludente, in un arco di tempo troppo lungo, per non dire infinito?”
Avv. Aurelio Cambise
Ing. Giovanni Ceglie
Sig. Giovanni Domenico Mancini