di Leonardo Alfatti Appetiti
C’era una volta la politica. È un dato di fatto, ma è anche il titolo del libro che Pierferdinando Casini ha presentato a Pescara di fronte al presidente della Regione Marco Marsilio e al presidente emerito Luciano D’Alfonso. Numeroso il pubblico accorso da ogni parte d’Abruzzo, compresa la folta delegazione marsicana. Presenze che smentiscono il sottotitolo che Casini ha scelto per il suo libro: “parla l’ultimo democristiano”.
La domanda che si pone l’ex presidente della Camera, da quarant’anni parlamentare, è se ne è valsa la pena.
La risposta la trova in una frase di don Lorenzo Milani che ai giovani che criticavano la politica o la ritenevano una cosa sporca, rinunciando a impegnarsi direttamente, diceva: “A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?”
La politica, per il giovane Casini, è una passione innata, iniziata al liceo Galvani di Bologna. Ricorda che una mattina si presentò a scuola e venne respinto violentemente dai collettivi di sinistra che stavano organizzando un’occupazione scolastica e di come in quel momento assunse la consapevolezza che era necessario iniziare a fare politica attiva per “dare una sveglia ai moderati”.
Nel libro, Casini racconta dell’aggressione subita da sua sorella – da lui spronata a volantinare nella sua scuola, il liceo Fermi – da un gruppo di facinorosi.
Il giovane Pier Ferdinando, per quanto militasse in un partito impegnato a governare a livello nazionale, nell’Emilia Rossa sembrava destinato a rimanere all’opposizione, alle prese con “la nomenclatura rossa che controllava le Regioni in un nodo inestricabile di connivenza tra potere politico, cooperative rosse e sindacati”.
Una lunga riflessione, che accompagna l’intero libro, è dedicata all’antipolitica, “di quanta retorica si nutre e quanto miserabili siano i risultati che ottiene”, specificando anche che l’antipolitica si nutre di cattiva politica. Dal qualunquista Giannini al partito del cappio (in aula) di Umberto Bossi sino ai Vaffa dei 5 stelle.
Il problema, conclude, è l’astensionismo e il rischio di “avere permanentemente governi delle minoranze e parlamenti privi della necessaria rappresentatività”.
Cita Platone: “Il prezzo pagato dalla brava gente che non si interessa di politica è di essere governata da persone peggiori di loro”
C’è un filo conduttore che attraversa tutto il libro: l’importanza primaria dei rapporti personali in politica, anche tra avversari. Il rispetto di chi la pensa diversamente da te, anche di chi ti affronta con durezza. Il rifiuto di intraprendere la scorciatoia dell’insulto e la tentazione di delegittimare l’avversario cercando di screditarlo.
Il libro ripercorre, anche grazie a gustosi aneddoti, la storia della Democrazia Cristiana e dei suoi principali protagonisti, ma non lesina critiche feroci alle politiche dei precedenti governi: “Il reddito di cittadinanza è stato mal congegnato, mal attuato e ha finito per produrre solo gravi squilibri nel mercato del lavoro. Molti cittadini preferiscono ricorrere a questa forma di tutela piuttosto che accettare la sfida di un percorso professionale nell’immediato incerto ma alla lunga assai più gratificante. Le politiche attive che avrebbero dovuto caratterizzare la cosiddetta fase 2 del reddito di cittadinanza non sono mai partite, praticamente non esistono, e l’impatto dei navigator lo abbiamo visto solo sul bilancio pubblico e non certo sul mercato del lavoro”.
Con l’onestà intellettuale che gli viene riconosciuta dalla gran parte della classe politica, Casini, da qualche anno tra gli esponenti di punta del centrosinistra, ha parole d’elogio per Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia.“Il governo Draghi fu composto da tutti i partiti principali ad eccezione di Fratelli d’Italia. Io non so se è per merito o per casualità, ma certo l’estraneità a tutti i governi della XVIII legislatura da parte di Fratelli d’Italia ha contribuito a dare credibilità a Giorgia Meloni e a proporla come principale protagonista del centrodestra. Peraltro, il suo approdo europeo tra i conservatori, preparato con cura da un ex democristiano intelligente come Raffaele Fitto, e la scelta filooccidentale durante l’ultima drammatica guerra l’hanno rafforzata non poco. Si presenta come una professionista attenta, capace di approfondire i dossier, molto impegnata a strutturare il partito per renderlo adeguato alle proprie ambizioni. Anche lei però si deve guardare da una certa aleatorietà che rischia di bruciare ogni suggestione”.
Casini, di converso, mette sull’avviso anche l’opposizione di centrosinistra dal tentativo, a tratti puerile, di buttarla in caciara. “Per il momento ciò che aiuta senz’altro la premier sono le polemiche scomposte, pregiudiziali e magari del tutto fuori misura come quelle che si sentono nelle manifestazioni di piazza. Visti i precedenti non ricordo negli ultimi anni risultati molto efficaci che si siano prodotti per questa via. Il più delle volte è un ricostituente per il governo e un motivo di rinnovata coesione per la maggioranza”.
Un vero distillato di saggezza democristiana.