di Leonardo Alfatti Appetiti
C’è chi neanche li denuncia più, i tentativi di furto subiti. È proprio vero che si si abitua a tutto: anche a vivere sotto assedio, a fare i turni per non lasciare vuote le case, a blindarsi, per quanto possibile, con ringhiere e videocamere. Le telecamere di sorveglianza, pubbliche o private che siano, tuttavia, servono a poco: basta un cappuccio per rendere quasi impossibile l’indispensabile riconoscimento facciale, mentre è sempre più frequente l’organizzarsi sui territori di bande di malviventi operativi anche in trasferta
La rapina a mano armata subita nella sua villa – nella pur “tranquilla” Bergamo – dal cantante Roby Facchinetti, vista la notorietà del personaggio, ha posto ancora una volta la questione sicurezza all’attenzione dei media nazionali.
L’Abruzzo, purtroppo, è una regione molto colpita da questo fenomeno. Poco tempo fa, il 23 gennaio, fu Saturnino De Cecco, imprenditore dell’omonima azienda della pasta, a finire nel mirino dei banditi insieme a moglie e figlia nella sua villa sulle colline di Montesilvano.
L’Abruzzo, al riguardo, è all’ottavo posto in Italia per furti e rapine. La denuncia arriva dal Codacons: la nostra regione conta 6,5 vittime ogni mille famiglie, poco meno del Lazio (6,8). Il Veneto, con 11,2 vittime ogni mille famiglie, occupa la prima posizione in classifica, seguito da Toscana (10,1) ed Emilia-Romagna (10). Fanalino di coda la Valle d’Aosta (2).
Le forze dell’ordine, con tutta la buona volontà, fanno fatica a monitorare il territorio e la sicurezza non è materia di competenza per la polizia locale, anch’essa spesso a ranghi ridotti. Certo, non sarà più possibile – come cinquant’anni fa – lasciare le chiavi sulla porta di casa, ma sarebbe già sufficiente non convivere con la paura.