L’AQUILA – La sentenza del Tribunale dell’Aquila relativa alla vicenda delle auto blu della Provincia dell’Aquila che aveva visto imputato il sindaco di Avezzano, in veste di dirigente dell’ente, dove I pm Stefano Gallo e Roberta D’Avolio avevano chiesto 4 anni e mezzo di reclusione, con la sospensione prevista dalla legge Severino, finalmente giunge al termine. Nel corso del processo, a settembre 2019, era stato ricusato anche il giudice, presidente del collegio, Alessandra Ilari, perchè, secondo i legali, avrebbe pronunciato durante l’udienza alcune parole indicative e anticipatorie di un futuro giudizio contrario agli imputati.
A Di Pangrazio furono contestati dall’accusa 5 viaggi. Il processo è partito nel 2016, i fatti contestati, invece, fanno riferimento al 2014, quando la polizia giudiziaria mise i sigilli a tre auto di proprietà della Provincia, di cui Di Pangrazio era dirigente. Le accuse, quelle di truffa, peculato, falso e abuso di ufficio.
Il sindaco aveva precisato di aver “agito seguendo il regolamento”, fornendo prove documentali e testimoni per giustificare i viaggi.
Insieme al primo cittadino di Avezzano furono indagati anche tre autisti: Maria Pia Zazzara di Pescina, Mario Scimia dell’Aquila, la dirigente Paola Contestabile di Celano con l’accusa di peculato e Anna Maceroni, di Avezzano, dipendente pubblica, tutti finiti a giudizio ma comunque con ruoli minoritari.
L’ex autista di Di Pangrazio, Ercole Bianchini chiese ed ottenne il patteggiamento.
Oggi finalmente si conclude questa amara vicenda, fatta di udienze e ricerca della verità. Nonostante il reato si fosse prescritto, il primo cittadino di Avezzano ha chiesto di dibattere la causa e dopo un’ora di riunione della Camera di consiglio è stato emesso il verdetto di assoluzione per il processo su alcuni viaggi contestati in auto di servizio: “il fatto non sussiste”.
Di Pangrazio torna alla guida della Città, non a caso proprio alla squadra si rivolgono le prime parole del Sindaco Giovanni Di Pangrazio dopo la mattinata passata a L’Aquila in attesa del verdetto che ha sancito l’assoluzione: “L’amministrazione ha dato prova di grande maturità ed è la nota positiva in una vicenda assurda. Al vicesindaco Di Berardino, ai consiglieri e agli assessori va il mio sentito ringraziamento per l’impegno di questi mesi. Hanno dimostrato grande senso di responsabilità, restando compatti e remando nella stessa direzione. Ora torniamo a correre, insieme, per gli obiettivi di mandato. Non è stato un periodo facile ma le tante attestazioni di solidarietà mi hanno scaldato il cuore nei giorni più bui dello stop ingiusto. Il voto popolare ha un grande valore, come le telefonate dei colleghi amministratori di tutta la regione. Si tratta di attestazioni di stima che danno energia per il futuro”.
I legali difensori di Gianni Di Pangrazio sono Antonio Milo e Claudio Verini