Gli aspiranti papà che hanno completato il ciclo vaccinale o si sottoporranno alla terza dose di vaccino contro il SARS-CoV-2, al momento possono stare tranquilli: tra la terza dose di vaccino per il Covid-19 e l’infertilità maschile non sembrano esserci legami. Contagiarsi con SARS-CoV-2, può invece influenzare la fertilità maschile per settimane o mesi dopo la guarigione, compromettendo fino all’80% anche il DNA spermatico. Sono questi i risultati preliminari di uno studio, nell’ambito del progetto di ricerca EcoFoodFertility, che ha messo a confronto l’impatto dei vaccini a mRNA e quello del Covid-19 sulla fertilità maschile.
“EcoFoodFertility Project è un progetto di ricerca nato per monitorare la fertilità maschile e soprattutto misurare l’impatto di degli inquinanti ambientali e cattivi stili di vita su di essa, al fine di individuarne cause e possibili mezzi di prevenzione” – spiega Luigi Montano, coordinatore del progetto, Uro-Andrologo dell’ASL Salerno e attuale presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU) – “Il progetto partito dalla “terra dei fuochi”, oggi esteso in diverse aree non solo italiane, ha più linee di ricerca che coinvolgono anche gli effetti del vaccino e del Covid-19 sulla fertilità maschile. Saranno comunque necessari ulteriori studi – avverte Montano – per stabilire se i danni al DNA spermatico dopo la guarigione da Covid-19 si mantengono nel tempo o se possano comparire anche nei vaccinati”.
EFFETTI DEL COVID-19 E DEI VACCINI A mRNA SULLA FERTILITA’ MASCHILE
“Stando ai risultati dell’indagine dopo l’infezione in forma lieve, mobilità e vitalità degli spermatozoi si riducono di circa il 13%, con un danno del 20% al DNA spermatico – spiega Alessandro Palmieri, presidente SIA – In chi ha avuto Covid-19 in una forma più impegnativa, pur senza dover essere ricoverato, mobilità e vitalità degli spermatozoi diminuiscono del 20% con un danno dell’80% del DNA spermatico, a cui si aggiunge anche una riduzione del 41% del numero degli spermatozoi. Il virus utilizza, infatti, come recettore l’enzima chiamato ACE2 presente abbondantemente anche nel tessuto testicolare. D’altro canto – continua Palmieri – stando a questi dati preliminari il vaccino si è rivelato sicuro: nel 96.5% dei casi si è anzi osservato un lieve aumento della concentrazione degli spermatozoi e della loro motilità mentre solo il 3.5% ha presentato un peggioramento nei parametri seminali, che tuttavia sono tornati pienamente nella norma dopo 75-80 giorni dalla vaccinazione in quasi tutti i campioni analizzati”.
LO STUDIO
“Lo studio ha analizzato campioni di liquido seminale di 75 uomini under 35, seguiti nel tempo per problemi di infertilità di coppia, prima e dopo il Covid-19 – descrive Maria Cira Gentile, autrice dello studio e ricercatrice del Progetto EcoFoodFertility. In chi ha avuto sintomi leggeri dell’infezione la conta degli spermatozoi è rimasta sostanzialmente invariata ma sono diminuite la mobilità e soprattutto la vitalità degli spermatozoi. In chi ha avuto una malattia virale più impegnativa tutti e tre i parametri seminali principali sono peggiorati e si sono registrati anche 4 casi di azoospermia. La spermatogenesi in media è ricominciata entro 70-80 giorni dal tampone negativo, pur evidenziando livelli significativi di danno ossidativo al DNA degli spermatozoi e tempi di recupero più lunghi per chi aveva avuto azoospermia”.
Lo stesso non è vero a seguito della vaccinazione con vaccini a mRNA per Covid-19 “Sono stati analizzati i parametri seminali di 114 volontari fra i 22 e i 31 anni 10-15 giorni prima della terza dose di vaccino e poi 32-39 giorni dopo, con risultati per ora rassicuranti – prosegue Gentile – Nel 96.5% dei partecipanti è stato rilevato addirittura un lieve incremento della vitalità e della concentrazione degli spermatozoi per eiaculato, sebbene entro livelli compatibili con le variazioni individuali normali; la percentuale degli spermatozoi mobili non è cambiata e nessuno è diventato azoospermico dopo la vaccinazione. Appena il 3.5% ha mostrato un peggioramento dei parametri seminali standard dopo il vaccino, con un calo nella concentrazione, mobilità e vitalità fortunatamente transitorio: solo in un soggetto i parametri non si erano ancora normalizzati a 120 giorni dalla vaccinazione. Sono in corso, però, valutazioni anche sul DNA spermatico per verificare eventuali anomalie a tale livello. Ad ogni modo anche negli uomini con oligospermia già diagnosticata prima della vaccinazione non c’è stato un ulteriore declino dei parametri seminali standard”.
CONCLUSIONI
“I dati confermano perciò i timori degli andrologi e, sebbene il meccanismo del danno testicolare da parte del virus sia ancora ignoto, pare evidente un’influenza negativa sui parametri seminali. Ecco perché i giovani colpiti da Covid-19, anche se da asintomatici, una volta guariti dovrebbero sottoporsi a una visita specialistica. Al contrario del virus è invece improbabile, stando almeno ai primi dati preliminari, che il vaccino, possa influire sui parametri seminali se non in una piccola percentuale di casi” concludono Palmieri e Montano.