Si è tenuta oggi a Pescasseroli la manifestazione della CGIL per rivendicare il diritto alla salute e all’istruzione, diritti essenziali che assicurano la piena cittadinanza ad una intera comunità che vive nelle aree interne della nostra regione.
Precondizioni necessarie, anche se non sufficienti, alle loro prospettive di sviluppo e, conseguentemente, di ripresa demografica. Questo presuppone una capacità di programmazione da parte degli enti preposti, tesa a garantire i servizi essenziali e l’esigibilità di diritti fondamentali. Il cedimento dei servizi essenziali è una delle cause principali dello spopolamento, anche in un’area protetta come quella del Parco che proprio in questi giorni compie 100 anni.
La manifestazione – cui hanno partecipato i Sindaci di Pescasseroli, Giuseppe Sipari, Opi, Antonio Di Santo, anche Presidente della Comunità del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Civitella Alfedena, Giuseppe Rossi, e Villetta Barrea, Giuseppina Colantonio, insieme al Presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise Giovanni Cannata – si è concentrata su due grandi temi, salute e istruzione. La carenza del servizio di 118 con ambulanza medicalizzata nei comuni di Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena e Barrea come condizione che costringe un’ intera comunità a fare a meno di un servizio fondamentale che garantisca un adeguato intervento in caso di emergenza e/o di urgenza. Il comprensorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise esprime una esigenza sanitaria legata anche alla sua vocazione turistica che la carenza di servizi sanitari adeguati compromette e contrasta le ragioni stesse che portarono all’istituzione del Parco. La presenza dello Stato in termini di declinazione di Sanità ed Istruzione è ciò che permette ad un territorio di arginare lo spopolamento e di mantenere il senso della comunità.
Le stesse ragioni, riconducibili fondamentalmente ad una mancata visione progettuale e di insieme del territorio, che hanno portato alla perdita graduale dei servizi essenziali ed hanno favorito il fenomeno dello spopolamento sono alla base anche del calo drammatico della popolazione scolastica. Pescasseroli è sede dell’IC Comprensivo Benedetto Croce che è in deroga da molti anni rispetto a parametri nazionali che le nostre aree interne non possono più sostenere. Il nuovo anno scolastico si apre all’insegna di mancanze di organico ATA e docente e, di nuovo, in quanto istituto sottodimensionato, con un Dirigente Scolastico reggente e in assenza di DSGA. Anche qui, non garantire l’organico ATA e l’organico docenti vuol dire ledere il diritto allo studio dell’utenza e portare la popolazione che ancora resiste a trasferirsi in centri maggiormente serviti.
Il declino della presenza scolastica nella zona della sede del PNALM è inversamente proporzionale alla vocazione turistica e alla bellezza paesaggistica sulle quali la scuola ha
definito la propria progettualità che, pertanto, è unica ed è destinato a crescere se non si invertirà la tendenza all’abbandono da parte della politica, non si tornerà a mettere al centro i diritti essenziali delle piccole comunità montane e non si giungerà al progetto di attività di reinsediamento. Pescasseroli, nella sua bellezza e ricchezza ambientali, è il chiaro esempio di come alla politica sia sfuggita la possibilità di attivare un’inversione di marcia trasformando il problema in risorsa.
L’Abruzzo è il cuore verde d’Europa e la provincia dell’Aquila ne è l’area più estesa, ma necessita di maggiore attenzione, attraverso una programmazione in grado di garantire i servizi alle persone realmente diffusi ed uguali per tutti e tutte. Le nostre comunità montane meritano rispetto, ma meritano soprattutto un nuovo progetto socio-economico- culturale, un patto territoriale, che restituisca loro la prospettiva di un vivere dignitoso e il più possibile vicino a quello di chi vive nei grandi centri abitati. La partecipazione deve essere lo strumento per ricomporre gli strappi che si sono generati sino ad ora. Solo attraverso scelte condivise è possibile superare questa crisi sociale ed economica. Non è accettabile che dopo mesi un intero comprensorio sia sprovvisto del medico del 118, né che l’Istituto Scolastico si regga su una segreteria con una sola presenza amministrativa in part-time e non abbia un’autonomia dirigenziale né un Direttore dei Servizi Generali Amministrativi.
Per queste ragioni continueremo e rafforzeremo la nostra azione sui territori più fragili e marginali della provincia dell’Aquila, affinché si garantiscano i diritti fondamentali per le comunità dei territori montani; a partire dalle criticità che man mano ci vengono segnalate, come quella che si protrae da oltre un anno nella Valle Roveto, sprovvista della postazione di 118 medicalizzata, che in casi di emergenza costringe un’intera popolazione all’attesa dell’intervento del 118 di Avezzano. La giornata di oggi rappresenta l’avvio di una mobilitazione che si svilupperà nei prossimi mesi su tutto il territorio provinciale, rimettendo al centro del dibattito politico i servizi essenziali, le condizioni materiali delle persone ed i loro bisogni, il ruolo dello stato nelle sue diverse articolazioni, per rendere realmente esigibili i diritti fondamentali riconosciuti dalla Carta Costituzionale.