“Il femminicidio di Bologna ha messo in luce le falle nell’applicazione del codice rosso nei casi di violenza sessuale, stalking o atti persecutori: sono delle mancanze di cui però non possono essere colpevolizzate le Forze dell’Ordine, perché sono bracci operativi delle istituzioni” – così interviene Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma associazione Sindacale Carabinieri, riguardo gli ultimi fatti di cronaca – “Comprendiamo il dolore dei famigliari delle vittime, siamo consapevoli che i ritardi nelle ispezioni corrispondono a una mancanza di tutele necessarie per tantissime donne, ma anche i carabinieri e gli agenti dei Comandi si scontrano con i limiti degli strumenti legali e istituzionali di cui disponiamo nel contrasto alla violenza di genere.
Il ritardo nelle indagini e nell’attuazione dei provvedimenti” – prosegue Nicolosi – “Non dipendono da una mancanza di attenzione di chi raccoglie le denunce, le autorità hanno un ruolo delicato ma devono segnalare le richieste di aiuto entro i limiti amministrativi del codice rosso: lo Stato e il Ministero della giustizia devono introdurre pene più severe per questi reati e snellire le procedure di intervento per aiutare chi denuncia, per permettere alle Forze dell’Ordine di far sì che una violenza domestica non diventi una morte annunciata”.