SULMONA – “Due anni fa aveva cercato di far ragionare un detenuto collaboratore che aveva appena sottratto con forza diversi psicofarmaci all’infermiera. In quell’occasione rimediò un’infinità di pugni e calci che lo avevano costretto a quasi 6 mesi di cure” – così in una nota inviata alla stampa il Segretario generale territoriale Uilpa Polizia penitenziaria di L’Aquila, Mauro Nardella, che continua:
“Oggi M.L., il cinquantenne Assistente capo coordinatore di polizia penitenziaria, quasi accecato ed asfissiato da un altro collaboratore, rischia un lungo stop proprio a seguito dell’aggressione subita e che lo obblighera’ al giudizio medico della competente Commissione Medica Ospedaliera.
Le sue condizioni fisiche stanno lentamente migliorando ma a restare ferita in maniera grave è la sua anima e che con molta fatica aveva visto appena cicatrizzata.
M.L. è da tutti conosciuta quale persona mite e dal carattere allegro.
Ligio al dovere a tal punto da tornare ad operare nello stesso posto dove fu barbaramente aggredito la prima volta.
Non sappiamo con quale morale tornerà a lavorare in carcere.
Di certo c’è che l’Amministrazione penitenziaria potrebbe fare moltissimo per lui.
Ad esempio riconoscendogli il merito ricompensandolo a livello istituzionale per aver ricevuto due vili aggressioni e solo per il desiderio innato e legato al giuramento di fedeltà allo Stato di garantire l’ordine precostituito.
Quello stesso ordine che rischia di produrre nocivi effetti collaterali se non si daranno precisi segnali. Quello di premiare lo sfortunato assistente potrebbe, ad esempio, essere uno dei migliori”.