Ho apprezzato l’intervento di Genovesi, pur essendo lontanissimo dalle mie opinioni politiche, perché ha sollevato un problema che la città sembra aver rimosso: la sospensione del sindaco, dopo la condanna a 14 mesi.
Con un sindaco sospeso è sospesa anche l’amministrazione comunale, che invece vanta presunti successi. Come dire: senza sindaco si governa bene, ma quando il sindaco sospeso tornerà in carica si governerà meglio. Un’equazione politica avventurosa e comunque incondividibile.
Si dimentica volutamente un aspetto essenziale, ovvero il rapporto di fiducia tra elettori e istituzioni. L’insegnamento per i cittadini comuni è che i politici potenti la fanno sempre franca e quando tornano in sella lo sono ancora di più.
L’astensionismo è figlio di questa cultura politica ed è destinato ad aumentare, per delegare a pochi rampanti e interessati il governo della città.
Peraltro che rapporto civile e democratico possono avere i cittadini con un’assemblea consiliare comunale eletta democraticamente, per carità, in cui non vi è l’ombra di una opposizione in grado di costruire un’alternativa progettuale e “istituzionale” e rovesciare un’impostazione politica restauratrice e poco trasparente?
Non risulta che un consigliere comunale di opposizione si sia alzato per contestare la decisione di mantenere in piedi un’amministrazione, già in precedenza “zoppa” e ora sospesa. Forse non si era pronti, o per pigrizia intellettuale si è preferito soprassedere.
La politica non vive di sole parole e mediazioni al ribasso, ma vive soprattutto di valori democratici, morali e limpidi, le cui radici sono nella nostra Costituzione.
Perché stupirsi? A Palermo, dopo la stagione di Orlando, la minoranza degli elettori “democraticamente” ha scelto di tornare al passato, seguendo le indicazioni di personaggi non cristallini e già condannati per appoggio esterno alla mafia, i quali ora, dopo aver scontato la pena, si sentono in diritto di guidare l’involuzione della città.
Poca cosa, quindi, la sospensione di 14 mesi di un sindaco per un reato considerato minore, c’è di peggio, come vediamo. Neppure una riflessione autocritica sul fallimento del referendum che auspicava una abrogazione della legge Severino. Si persevera in un compiacimento tragico per la democrazia.
La mia sollecitazione è rivolta ai cittadini delusi, che non vogliono più votare, convinti che questa è la politica e nulla cambierà mai. Non può e non deve essere.
La politica, la buona politica, chiama i cittadini onesti e competenti a lavorare quotidianamente per il bene comune, e non di pochi, per asfaltare un ceto politico autoreferenziale che ci porterà alla soppressione della democrazia. Non facciamo passare imbelli un altro ventennio di ingiustizie e di umiliazioni, la Resistenza ha vinto sull’oppressore e sulla dittatura in tempi durissimi e noi dobbiamo recuperare quello spirito e quella fame di un futuro migliore per far lievitare la nostra democrazia, in libertà, in eguaglianza e in emancipazione. La rassegnazione e il qualunquismo ci portano velocemente alla dittatura. Mai, per i nostri figli e le generazioni future.
p.s. per Genovesi: è inesatto sostenere che il sindaco sospeso è di sinistra, perché ad Avezzano la sinistra non c’è da qualche decennio, purtroppo.
Mario Casale
articolo UNO ( la sinistra che non c’è )