E se a mancare non fosse il lavoro ma la politica? Sussidi, ristori e reddito di cittadinanza sono gli emblemi di un paradosso tutto italiano: il nostro Paese è ultimo per tasso di occupazione, eppure con il giusto incontro tra domanda e offerta di posti disponibili molte imprese avrebbero margine per crescere!
Ormai non chiedono neanche più quanto è la paga mensile. Vanno subito al sodo. La prima richiesta è se l’imprenditore è disponibile a farlo lavorare in nero. Incredibile ma vero. La misura nata per creare un circuito virtuoso a favore dei disoccupati per portarli al lavoro è diventata la principale causa della denunciata mancanza di lavoratori.
Tutti a casa, al mare, a passeggio con in tasca il sussidio di Stato. Non che sia una cifra alta, ma è quanto basta per potere essere completata da qualche giornata lavorata in nero in modo cosi da avere a disposizione un reddito mensile dignitoso. Il ragionamento è semplicissimo da comprendere, anche da parte dei pochi che ancora si ostinano a difendere le scelte del Governo Conte. Il RdC è per sempre. Un posto da bagnino o cameriere è invece stagionale. E, pur se il sussidio mensile non fa lanciare di certo gridolini di gioia quanto a importo, si preferisce averne la disponibilità, a cui aggiungere qualcos’altro.
Non importa se vengono offerti 1300 o 1500 euro al mese per un paio di mesi, cioè quanto può prevedere il relativo Ccnl. Non possono mai competere con il sussidio per tutta la vita. La disastrosa politica del lavoro grillina sta dunque mostrando tutti i propri limiti e continua a produrre mostri. Come sono lontani i tempi in cui si cercava a tutti i costi il “posto fisso”, quando per essere registrati i lavoratori erano disponibili a qualsiasi turno. Invece ora, i pochi che sono disponibili a essere assunti pongono subito una prima domanda «Ma sabato e domenica sarò libero? Perché io voglio i miei spazi»…seguita da un’altra affermazione…«Non sono disponibile a fare straordinari». Insomma, come si possa pensare di fare impresa con queste condizioni è realmente difficile se non impossibile.
I media ospitano quotidianamente imprenditori, per lo più del settore enogastronomico – turistico, che lamentano la carenza di organico.
Crisi che dai difensori del sistema nei salotti televisivi viene bollata sempre come sfruttamento dei lavoratori. Questi personaggi che non hanno mai lavorato un giorno in vita loro, sentenziano che le aziende offrono troppo poco ai dipendenti. Ed è inutile spiegare loro che la busta paga è figlia di quanto prevede il Ccnl del settore, sottoscritto dai sindacati di imprese e lavoratori. E’ inutile. Il loro disco rotto continua a emettere sempre lo stesso suini. La colpa è sempre del ricco padrone capitalista che affama i lavoratori.