E’ di qualche giorno fa il provvedimento comunale emanato dal Comune di Dimaro atto a vietare il sorvolo dei droni per l’arrivo in ritiro del Napoli.
Tale ordinanza, firmata dal Sindaco A. Lazzaroni, specifica che tale divieto sarà attivo dal 9 luglio al 19 luglio ed è riferito esplicitamente a droni e aeromodelli.
Non è la prima volta che accade e non c’è verso di farlo capire agli amministratori locali.
L’attività di volo e i relativi spazi aerei sono di esclusiva competenza di Enac.
Al fine di chiarire il quadro delle norme che regolano la materia riportiamo l’art, 793 che recita come segue:
“l’ENAC può vietare il sorvolo su determinate zone del territorio nazionale per motivi di sicurezza. Quando ricorrono motivi militari ovvero di sicurezza o di ordine pubblico, l’ENAC, su richiesta della competente amministrazione, vieta il sorvolo su determinate zone del territorio nazionale”.
Con la Circolare ATM 03C, l’ENAC ha poi disciplinato le modalità con cui sia i privati che la pubblica amministrazione possono richiedere un divieto di sorvolo sul territorio di competenza, sia esso temporaneo che permanente.
A rafforzare tale concetto anche il Regolamento europeo di esecuzione n. 2019/947 chiarisce – in coerenza con la disciplina prevista dal Codice della Navigazione – che solo l’autorità competente dello Stato Membro (e quindi non gli enti locali) ha il potere di individuare la zona geografica UAS.
Quindi, da parte degli amministratori locali, quale è la parte che non risulta chiara del concetto che è solo ENAC l’unico Ente preposto alla gestione del volo?
A nulla serve la comunicazione di tali ordinanze a Carabineri, Polizia Locale, Questura, Finanza e chi più ne ha più ne metta, poiché la questione risulta completamente fuori legge; anche eventuali sanzioni sarebbero nulle in quanto risulterebbero senza alcun fondamento normativo.
L’aeronautica è un mondo a parte che si muove autonomamente e purtroppo, a volte, ignoranza e disinformazione prendono il sopravvento provocando situazioni al di fuori delle norme che destabilizzano il sistema e causano confusione sia ai cittadini che agli operatori del settore.
Non ultima, la questione dei cartelli “No Drone” che vengono affissi in alcune parti in maniera arbitraria e quindi illegale. Infatti, per le motivazioni sopra esposte, non esiste nel diritto aeronautico alcun cartello simile che abbia validità legale e a nulla vale il riferimento a Ordinanze, normative o altri regolamenti citati sui cartelli che non siano di Enac.
Per cui tali suddetti cartelli sono solo un deterrente psicologico nel tentativo “arbitrario” di vietare il volo degli aeromobili; essi possono essere esposti unicamente come “promemoria” per indicare la presenza di una restrizione di volo e nulla più.
Ribadiamo, quindi, che il volo può essere vietato solo dall’ENAC e tale divieto deve essere presente nelle pubblicazioni ufficiali aeronautiche (Cartografia VFR e AIP-Italia) e deve essere riportato su D-FLIGHT per darne conoscenza a chi opera con un mezzo UAS oltre che manned.
Pertanto, nessuno può sostituirsi a tale funzione pubblica, tant’è che anche le altre autorità nazionali (Prefetture, Parchi, Comuni, polizia, ecc.) devono rivolgersi ad ENAC nel caso avessero l’esigenza di chiudere, temporaneamente o permanentemente, una porzione di spazio aereo secondo le disposizioni della ATM03C.
Ricordiamo anche che D-FLIGHT è l’unico portale web autorizzato e delegato dall’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile), a riportare le cosiddette “mappe di volo”, ossia le varie zone geografiche UAS e relativi divieti di volo o comunque limitazioni di quota.
Se il divieto esiste davvero su D-FLIGHT per quella zona, beh restiamo al suolo e “ringraziamo” chi ha messo il cartello per avercelo ricordato.
Se il divieto NON esiste su D-FLIGHT, possiamo tranquillamente ignorare qualsiasi cartello o Ordinanza Locale.
Si auspica che tali notizie possano aver dato un contributo esaustivo a tale questione.