CELANO – La Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per la Regione Abruzzo, con sentenza datata 26 aprile 2022, ha respinto, con pronuncia definitiva, la richiesta di condanna nei confronti di Settimio Santilli, Filippo Piccone, Daniela Di Censo, Ermanno Bonaldi, Ezio Ciciotti, Vittoriano Frigioni, Adelio Di Loreto, Cesidio Piperni, Mauro Passerotti, condannando Federico D’Aulerio al pagamento della cifra di 20.000,00 euro al Comune di Celano.
I fatti risalgono al 2017, quando, i sopracitati amministratori e dipendenti comunali, furono chiamati a giudizio, a seguito della denuncia effettuata, dagli allora consiglieri comunali di opposizione Elio Morgante e Antonello di Stefano, alla Guardia di Finanza di Avezzano.
L’accusa era quella di aver erogato, in maniera illegittima, fondi alla locale squadra di calcio “Celano Fc Marsica” per le stagioni 2013/2014 e 2014/2015 con lo scopo di consentirne l’iscrizione al campionato di calcio in serie D e di sostenerne le attività.
In estrema sintesi, sempre secondo, l’accusa “il Comune avrebbe trasferito fondi alla società sportiva violando e travalicando i limiti della convenzione in essere all’epoca dei fatti, convenzione che prevedeva la partecipazione dell’ente pubblico ai soli costi di gestione dei due impianti sportivi affidati alla società, sempre che i costi stessi fossero documentati (a preventivo e consuntivo) e riconosciuti ammissibili”.
Per i giudici che hanno emesso la sentenza, nella mattinata odierna, è stato stabilito ed acclarato che: “Si trattava di un’operazione di sostegno allo sport locale, basata su motivazioni tutt’altro che irragionevoli e rientranti a pieno titolo nelle competenze dell’ente locale, adottata peraltro sotto la pressione di una urgenza improcrastinabile, confortata dal parere favorevole delle strutture tecniche, inserita nel solco di un rapporto ormai pluriennale tra Comune e società calcistica, non connotata da particolari motivi di preoccupazione (constando la regolarità delle gestioni precedenti ed essendo comunque prevista la verifica “a saldo” dell’anticipazione concessa, alla luce del rendiconto da presentarsi a fine stagione).
Sul punto, può farsi rinvio all’insieme delle persuasive considerazioni svolte nelle memorie difensive: non può affatto ravvisarsi, in fattispecie, quella “negligenza intollerabile” o “trascuratezza imperdonabile” ai propri doveri di servizio, cioè il non aver osservato non tanto la diligenza “media”, quanto la diligenza “minimale” che nella stessa situazione era lecito attendersi anche dall’amministratore meno preparato e meno scrupoloso.
Viene meno, per tal via, un presupposto indefettibile della responsabilità amministrativa: la colpa “grave”, ammesso che colpa vi sia stata”.
La stessa Corte liquida, altresì, il compenso spettante per le difese dei convenuti, maggiorarsi di oneri fiscali e previdenziali secondo legge, con onere a carico del Comune di Celano, quale “amministrazione di appartenenza” e quindi, nei fatti, saranno a carico dei cittadini.
I contributi alla squadra di calcio risultavano presenti tra gli episodi contesati, e quindi tra i capi d’accusa, della ormai nota inchiesta “Acqua Fresca”, che vedrà comparire, in udienza preliminare gli indagati, presso il Tribunale di Avezzano, il 27 giugno prossimo.
Il collegio difensivo, per Santilli, Piccone, Di Censo, Bonaldi, Ciciotti, Frigioni, Piperni era formato dall’avvocato Roberto Colagrande del Foro di L’Aquila; per Di Loreto dall’avvocato Franco Paolini del Foro di Avezzano; per Mauro Passerotti dall’avvocato Raffaele Marciano del Foro di Nola e dall’avvocato Tommaso Paparo del Foro di Roma per il dirigente D’Aulerio.