Un video brutale e scioccante ha fatto il giro del web, pubblicato su una neonata pagina Instagram chiamata ‘Articolo 52’, un chiaro riferimento all’articolo della Costituzione italiana che recita: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Il filmato, diventato virale, mostra un giovane con accento straniero accovacciato a terra nei pressi della Darsena di Milano, mentre viene ripetutamente colpito da calci e pugni. Tra le urla e i colpi, la vittima implora la propria innocenza, mentre un gruppo di aggressori gli intima di restituire una collanina, accusandolo di un presunto furto. Il titolo del video non lascia spazio a interpretazioni: “Maranza viene catturato”.
A rendere ancora più preoccupante l’episodio sono le dichiarazioni che accompagnano il filmato. Nel reel pubblicato dalla pagina si legge un messaggio che incita apertamente alla giustizia sommaria e che attacca lo Stato e le istituzioni:
“Finché lo Stato, in primis la magistratura corrotta e nemica del popolo, continuerà a ignorare, volutamente, questa situazione, le ronde continueranno e si moltiplicheranno in tutte le zone degradate. Gli adepti al nostro Movimento anticrimine aumentano quotidianamente di numero. E si genererà qualcosa che non potrete fermare. Queste bestie se ne fregano della vostra debole e inutile giustizia. Se non c’è un braccio armato di solide manette, la legge rimane lettera morta e vile.”
Non si tratta di un episodio isolato. Sebbene la pagina sia di recente creazione e i contenuti siano ancora pochi, l’intento dei suoi gestori appare chiaro: organizzare vere e proprie ronde con azioni violente e agguati per colmare quello che definiscono un vuoto di giustizia. Nel primo e unico post pubblicato, si legge:
“Questa altro non è che la manifestazione di un malessere che i cittadini esprimono da anni e che le istituzioni ignorano. Magistrature corrotte e sindaci negligenti hanno portato alla situazione dove chi onestamente paga le tasse per il suo paese viene sbeffeggiato e non tutelato. Siamo stanchi di soprusi. Siamo stanchi che le nostre donne non possano camminare in strada tranquillamente. Siamo stanchi di bande armate che impunite regnano nel caos. La violenza si combatte con la violenza.”
Un linguaggio pericoloso, che legittima azioni punitive e rafforza il senso di insicurezza e sfiducia nelle istituzioni.
Canali Telegram e raccolta fondi per “l’attrezzatura da difesa”
Il gruppo dietro ‘Articolo 52’ non si limita alla propaganda social: ha creato diversi canali Telegram, suddivisi per zone di Milano, dove gli utenti possono segnalare in tempo reale aggressioni, furti e rapine, favorendo l’intervento diretto degli adepti per “fare giustizia”.
A rendere il quadro ancora più preoccupante è la richiesta esplicita di donazioni, con tanto di IBAN pubblicato per ricevere fondi. Secondo quanto dichiarato dagli amministratori della pagina, il denaro servirebbe a coprire spese legali o per l’acquisto di “attrezzatura da difesa”.
Questa deriva preoccupa non solo per la violenza già documentata ma per l’escalation che potrebbe generare. La nascita di gruppi di giustizieri fai da te in un contesto già segnato da tensioni sociali rischia di alimentare il caos anziché contrastarlo. Le istituzioni e le forze dell’ordine devono intervenire con fermezza per prevenire episodi simili e impedire che la giustizia venga sostituita da pericolose iniziative personali.
Resta da vedere come la magistratura e le autorità locali risponderanno a questa nuova minaccia all’ordine pubblico. La giustizia non può essere lasciata nelle mani di chi interpreta la legge a proprio piacimento, alimentando una spirale di violenza senza fine.