Maltrattamenti contro familiari o conviventi, lesioni personali aggravate e violenza privata, sono queste le accuse mosse a carico di un 22enne, allontanato dalla casa familiare pochi giorni fa dai carabinieri.
La vicenda ha avuto origine sul finire dello scorso anno, quando una pattuglia dei carabinieri intervenne presso l’abitazione del giovane a seguito di una richiesta di aiuto del padre, che lamentava di aver ricevuto una violenta ginocchiata.
Gli uomini dell’Arma, percependo un certo timore da parte dei familiari, hanno avuto il sentore che quello non fosse un episodio isolato e che ci fosse una situazione “sommersa” di violenze e prevaricazioni. L’attività di indagine immediatamente avviata dal personale della stazione carabinieri del paese in cui risiede il nucleo familiare, capace di conquistare la fiducia dei familiari del 22enne, ha permesso di ricostruire un contesto caratterizzato da condotte prevaricatrici, violenze fisiche, pretese di denaro e minacce, che andavano avanti sin dal 2022.
L’episodio di maggior gravità si è registrato poche settimane fa, quando il giovane, già conosciuto alle forze dell’ordine, avrebbe colpito la nonna 88enne con una testata al volto e poi le avrebbe sottratto il telefono per impedirle di chiamare i soccorsi. Gli elementi raccolti dai carabinieri, che hanno condotto l’attività di indagine sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Sulmona, hanno permesso al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale peligno di disporre le misure dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone offese, eseguite pochi giorni fa dai carabinieri della stazione di Pratola Peligna. Al giovane verrà applicato il cosiddetto “braccialetto elettronico”, ossia un dispositivo telematico che, qualora dovesse avvicinarsi a meno di 500 metri dai luoghi a lui interdetti, si attiverebbe automaticamente inviando un segnale di allarme alle forze dell’ordine.
Si evidenzia che l’arrestato, sebbene fermato in un contesto di flagranza, è da ritenersi innocente sino alla pronuncia della sentenza definitiva e che i provvedimenti adottati nei suo i confronti dalla Polizia Giudiziaria richiedono la necessaria verifica e convalida da parte dell’Autorità Giudiziaria, non implicando alcuna responsabilità accertata.