“Nel 2024 avevamo dato atto di un diverso metodo di gestione del problema della geografia giudiziaria da parte del Governo”, ma ora, “trascorso un anno, devo dire che sono molto preoccupato, perché la situazione Abruzzo sembra essersi arenata tra le secche nazionali di un’ipotetica nuova geografia giudiziaria nazionale”. A dirlo, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, è il segretario generale dell’Anf (Associazione nazionale forense) Giampaolo Di Marco, secondo cui “la tempesta perfetta è in arrivo, ovvero mancato rinvio della chiusura dei quattro tribunali sub provinciali, aumento della competenza dei giudici di pace, ricordando però che la scelta di avere questa giustizia è spesso rimessa agli Enti locali ed alle loro risorse economiche, impossibilità di gestire i rinvii dei processi a partire da marzo”.
Continua ad esserci, lamenta Di Marco, “una forte resistenza alla soluzione da parte di alcuni capi di uffici accorpanti che non gradiscono le proroghe, ma credo non gradiscano un ripensamento della geografia giudiziaria in chiave diffusa e prossima”. Per il rappresentante dell’avvocatura “desertificare la legalità in alcuni territori significa dimezzare la capacità di resilienza in quelle realtà locali, aprendo le porte a fenomeni criminali ormai evidenti e ad una progressiva desertificazione residenziale che solo una giustizia efficiente e prossima, assieme a un recuperato senso del bene comune da parte dei cittadini, possono impedire di radicarsi”. E per risolvere il problema, conclude il segretario generale dell’Anf, “occorre che la politica si affretti e trovi la massima condivisione, dando prova di un vero interesse ad una giustizia abruzzese modello anche per altre realtà del Paese”.