Ci saranno propri tutti, domenica 10 novembre, a festeggiare l’intitolazione dello Stadio comunale dei Marsi di Avezzano a Sandro Cimarra, campione dello sport e della vita.
Dal sindaco all’assessore, dai tifosi biancoverdi all’associazione culturale Piazza Cavour, da chi ha condiviso con Sandro pezzi interi di vita alla sua famiglia: tutti saranno presenti all’ufficializzazione della nuova denominazione, che si terrà alle ore 11 e 30, all’ingresso della struttura sportiva.
Nei primi giorni di settembre, arrivò l’ok ufficiale dalla Prefettura dell’Aquila per il cambio del nome, dopo la conclusione di un iter complesso e delicato. “Oggi – commenta Pierluigi Di Stefano – si festeggia un traguardo che è stato voluto in primis dalla nostra città. Un percorso burocratico non semplice è partito a marzo 2024, con la prima delibera approvata all’unanimità dal Consiglio comunale. Il nostro sindaco Giovanni Di Pangrazio ha seguito la vicenda dall’inizio alla fine, portandola a meta. Doveroso, ora, festeggiare con tutti coloro che hanno lavorato per questo risultato finale: lo stadio – continua l’assessore – è un luogo del cuore per tutti gli avezzanesi: io, in primis da sportivo, tra quelle pareti, ho lasciato sorrisi e lacrime, condividendo le emozioni con tutti gli amanti del calcio e con tutti i sostenitori della nostra squadra. L’amministrazione sta facendo il massimo per sbloccare una situazione difficile che dura da trent’anni e per rendere lo Stadio dei Marsi-Cimarra una struttura all’altezza delle sfide più ambiziose”.
Alla cerimonia di intitolazione parteciperanno anche tanti calciatori che arriveranno da altre parti d’Italia e che hanno condiviso con Sandro una parte significativa della loro carriera calcistica. Cimarra è stato la bandiera dell’Avezzano Calcio, vivendo da protagonista le pagine più belle ed emozionanti della sua storia. Al fianco degli amministratori e dei sostenitori, domenica ci sarà anche la figlia, Alessandra Cimarra.
Sandro aveva 74 anni quando si è spento nella tristezza generale e fino all’ultimo giorno della sua vita, ogni domenica, ha continuato a chiedere dei risultati della sua squadra e della sua prestazione in campo. “Uomini così, valorosi sul campo da gioco e nella vita di tutti i giorni, vanno solo ricordati, perché hanno saputo costruire, con competizione leale e senza colpi bassi, esempi virtuosi. – conclude Di Stefano – Domenica non avverrà solo un cambio del nome, ma l’inizio di una storia diversa, di vicinanza, di unione, di rispetto e di lavoro di squadra”.