Ieri pomeriggio si è consumata una pagina nera per le istituzioni abruzzesi. La destra ha voluto occupare ANCI con una forzatura grave e senza precedenti, imponendo una delle proprie personalità più caratterizzate politicamente, Pierluigi Biondi. Il sindaco dell’Aquila è responsabile nazionale degli enti locali di FDI, il principale partito di governo: la sua è una incompatibilità di fatto con la guida di un’associazione che dovrebbe soltanto occuparsi di fare l’interesse dei sindaci.
Cosa farà da presidente dell’Anci se dovesse esserci un conflitto col Governo nazionale? Difenderà i sindaci abruzzesi da se stesso? Oppure tenterà di piegarli alla volontà della Meloni? Come Partito Democratico e centrosinistra abbiamo più volte segnalato la nostra indisponibilità nei confronti di questa scelta e tentato, fino all’ultimo secondo, di evitare questo strappo senza precedenti, manifestando una piena disponibilità anche a prendere in considerazione un’altra candidatura di area di centrodestra, senza pregiudiziali ideologiche. È stato opposto un rifiuto categorico. O Biondi o morte.
Come se la posta in gioco fosse per l’ennesima volta una logica di potere e non la guida di un’istituzione che avrebbe bisogno di equilibrio e condivisione. È l’ennesima dimostrazione dell’irresponsabilità di questa destra, incapace di discutere e di condividere. Loro non conoscono la logica del governo ma solo quella del comando.
La scelta del voto palese è stata una vera e propria forzatura che sottolinea ancora di più la logica del comando con la quale governano ogni cosa in questa regione, impedendo che i sindaci potessero esprimersi senza pressioni e condizionamenti. Ringraziamo il presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna, per aver garantito, nonostante i problemi di salute che ne hanno anche impedito la partecipazione all’assemblea, una battaglia di dignità in difesa di un’istituzione che la destra ha voluto delegittimare e massacrare a colpi di accetta, costringendo i sindaci a una conta sbagliata e indecorosa. Tutta la comunità del Partito democratico e del centrosinistra lo considera un grande e preziosissimo punto di riferimento.
Probabilmente oggi è stata certificata una prevalenza di sindaci di centrodestra in Abruzzo, un dato peraltro già noto che non rappresenta alcuna vittoria politica, con un risultato molto condizionato dal fatto che molti amministratori di centrosinistra, in questo clima avvelenato, hanno scelto di astenersi e non partecipare al voto. Ma soprattutto si è consumata la spaccatura dell’ANCI, una sconfitta politica e istituzionale grave, di cui la destra porta tutta intera la responsabilità.
L’Abruzzo è l’unica regione del Paese in cui si è consumato questo strappo. Il 40% dei sindaci abruzzesi, tra voti contrari e astenuti, non ha votato per Biondi. Con questo atto di arroganza, da presidente di ANCI, non li potrà rappresentare. Molte sindache e sindaci abruzzesi dovranno cercare altri luoghi per far pesare la loro voce.
Daniele Marinelli, segretario regionale del PD Abruzzo