Il Consiglio comunale di Aielli (tra i primi se non il primo in assoluto in Abruzzo) ha approvato, all’unanimità, un ordine del giorno di forte critica al progetto di autonomia differenziata.
Il documento raccomanda di tenere in massima considerazione i principi di solidarietà ed unità nazionale, garantendo maggiori risorse a quei territori in cui permangono gap infrastrutturali, economici e sociali, e altresì raccomanda che nel processo di riforme, assumano un ruolo centrale il Parlamento e le Amministrazioni locali, senza ricorso a regimi transitori governati da fantomatiche “commissioni paritetiche” prive di qualsiasi legittimazione politica.
La delibera impegna il sindaco e i consiglieri a
1. A chiedere il ritiro del Disegno di Legge sull’autonomia regionale differenziata;
2. A difendere l’autonomia locale e a promuovere o aderire a qualsiasi iniziativa
utile a contrastare questa riforma, sollecitando proposte alternative coerenti con i
principi costituzionali e con la garanzia dell’unità nazionale;
3. A sollecitare la definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) e degli
strumenti perequativi previsti dalla Costituzione e dalla legislazione vigente,
partendo dai criteri per il riparto del Fondo Sanitario Nazionale.
4 A sollecitare il consiglio regionale Abruzzo la giunta ed il Presidente a presentare
la richiesta di referendum abrogativo della normativa citata in premessa, ai sensi
dell’articolo 75 della Costituzione e degli articoli 29 e 30 della legge 25 maggio 1970, n. 352, secondo li seguente:
QUESITO REFERENDARIO
* «Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, “Disposizioni per
l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi
dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”?»
Lo stesso sindaco concludendo il dibattito, ha richiamato i “principi costituzionali di sussidiarietà e solidarietà”, protestato per la “scarsa considerazione riservata finora ai Comuni” e ammonito sulla necessità di procedere con spirito di condivisione sulle riforme fondamentali e che toccano l’assetto dello Stato.