Sospendere subito la delibera sulla caccia ai cervi e valutare soluzioni alternative per risolvere i problemi legati ai danni alla produzione agricola. Nella cosiddetta ‘Regione verde d’Europa’, l’operazione varata dalla Giunta Marsilio ha dell’assurdo e rischia di vanificare tutto il lavoro svolto per la promozione turistica e tutti gli sforzi compiuti per la tutela del patrimonio naturale”. Lo afferma ConfArte, la categoria Cultura, Turismo e Spettacolo di Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila, a proposito del provvedimento che autorizza l’uccisione di 469 cervi dal prossimo 14 ottobre.
“Tutti i dati – afferma il presidente di ConfArte, Marcello Natarelli – confermano quanto il turismo naturalistico ed esperienziale sia ormai una realtà solida e strutturata nella nostra regione ed è inaccettabile che dei provvedimenti come quello in questione possano mettere a rischio un modello vincente. Al contrario, la fauna, nel nostro territorio, va tutelata e preservata in ogni modo. Lo sviluppo del turismo, in particolare quello delle aree interne a rischio spopolamento, è possibile solo attraverso la valorizzazione delle risorse naturali, a partire dalla fauna selvatica”.
“Nel corso degli anni, grazie all’impegno delle istituzioni e al ruolo fondamentale delle comunità locali – aggiunge – l’Abruzzo ha costruito un modello unico di conservazione ambientale. Un modello, invidiato in Italia e in Europa, che dimostra come sia possibile coniugare sviluppo economico e protezione della natura. Bisogna proseguire su quella strada e non possiamo assolutamente permetterci di tornare indietro”.
“Perfino le strutture ricettive e le realtà che erogano servizi turistici, in questi giorni, stanno ricevendo lamentele e disdette. Sembra quasi che sia partita una campagna di boicottaggio dell’Abruzzo e se ciò dovesse accadere la responsabilità sarà tutta di questo Governo regionale. Ci auguriamo che il governatore Marco Marsilio possa fare marcia indietro su questo provvedimento. Ascolto e condivisione, in questi casi, sono fondamentali, perché le soluzioni alternative esistono; basta volerle cercare. Uccidere brutalmente 469 cervi innocenti – conclude Natarelli – non ha nulla di etico, contrasta con quanto fatto fino ad ora e, soprattutto, non è una soluzione”.