L’abbattimento di circa 500 cervi deciso dalla Giunta Regionale viene giustificato, tra l’altro, dal dichiarato alto numero di incidenti stradali che i cervi, ed essi soli, avrebbero causato nel periodo 2019-2023: ben 806 incidenti, più di 160 ogni anno nel solo Abruzzo.
Il dato, di fonte non dichiarata, sorprende per l’entità che non trova riscontro in quelli ISTAT rilevati a livello nazionale a partire dal 2020 (in precedenza la circostanza non era prevista dalla rilevazione dell’Istituto statistico).
Infatti l’ISTAT rileva in tutta Italia, 262 incidenti nel 2020, 477 nel 2021, 493 nel 2022, 503 nel 2023 per un totale nel periodo di 1735 incidenti stradali causati da, si badi bene, non da una sola specie selvatica ma genericamente “da animali domestici o selvatici urtati o evitati”.
Dal confronto, pertanto, emerge il dubbio sull’attendibilità del dato, riferito ai soli cervi, dichiarato dalla Giunta Regionale dell’Abruzzo.
D’altra parte le tabelle ISTAT ci dicono anche che l’incidentalità causata dagli animali domestici o selvatici rappresentano soltanto lo 0,2% di tutte le cause: ovvero il valore percentuale più basso, perdipiù costante nel tempo. Certo anche un solo incidente sarebbe rilevante, ma una percentuale così bassa non giustifica certo l’allarme sicurezza che è stato lanciato per motivare il massiccio abbattimento anziché impegnarsi nel prendere altre misure che possano conciliare la sicurezza della circolazione stradale con la salvaguardia del pregiato patrimonio faunistico costato ingenti somme pubbliche per essere costituito.
A confermare l’ingiustificato alto livello di preoccupazione soccorre l’osservatorio dell’ASAPS (Associazione Sostenitori Amici della Polizia Stradale) che registra in Italia “soli” 179 incidenti significativi (il report considera solo ed esclusivamente quelli con persone ferite o decedute) col coinvolgimento di animali. Negli incidenti del 2022 16 persone sono morte, erano state 13 nel 2021, 16 nel 2020 e 15 nel 2019. Inoltre, 227 sono rimaste ferite, erano state 261 nel 2021 e 215 nel 2020 e 221 nel 2019. Le segnalazioni pervengono dai 600 referenti sul territorio e cronache della stampa. In 163 casi l’incidente è avvenuto con un animale selvatico (91,1%) e in 16 con un animale domestico (8,9%).
Sempre secondo l’Osservatorio ASAPS, nella classifica nera di incidenti mortali per regione, le 16 vittime del 2022 sono così ripartite: 3 in Toscana e Sicilia, 2 in Emilia Romagna e Puglia, 1 in Piemonte, Veneto, Marche, Abruzzo, Lazio, Campania confermando che l’”alta densità” di animali selvatici, e di cervi in particolare, nella Regione Verde d’Italia può essere affrontata senza decretare la mattanza di una specie che è parte notevole dell’identità regionale, occasione di offerte turistiche di qualità e simbolo del valore delle produzioni agricole e agroalimentari.