Dopo il festival “EmigrArte 2024 – Il viaggio dell’arte nella storia e nelle storie dell’emigrazione”, tenutosi nel secondo week end di luglio, che ha visto all’opera nove artisti su sei pareti nell’ambito del progetto Pescocanale Cuore Pulsante e Valigia di Cartone, un nuovo grande murales, voluto da alcuni concittadini, torna a parlarci di emigrazione, di partenze e di ritorni.
L’opera, realizzata dall’artista Alessandro Maurizi, si sviluppa su una parete enorme, coprendo una superficie di circa 150mq.
Il murale prende spunto da un passaggio del romanzo “La luna e i falò” di Cesare Pavese: “Un paese ci vuole…”, che è un chiaro richiamo alle proprie origini, alla partenza ed al ritorno; all’importanza di avere un punto di riferimento che leghi alla vita e all’appartenenza alla propria terra.
Da destra verso sinistra la Luna del romanzo è tratteggiata come un centrino ricamato a merletto (tipico della cultura rurale) seguito da una stilizzazione del borgo di Pescocanale. A seguire immagino astratte che hanno il tema comune della migrazione. Uomini che partono a piedi attraverso monti e fiumi, che si imbarcano per mare o per cielo.
Molti i simboli presenti nell’opera. Gli origami della nave e dell’aereo che esprimono il desiderio/necessità di partire; la terra e le piante che restano ad aspettare e ricordano la vera identità; il grande albero al centro, che simboleggia la vita e il borgo natio, abbraccia il cuore del migrante.
Tutto si intreccia con il volo di uccelli migratori, trasposizione di tutti quanti partono incontro alla speranza, dea ancestrale che tiene in mano un’ancora, allegoricamente rappresentata da una donna seduta su una delle tante terre promesse. Speranza che a volte diventa dramma come ci narra il teschio stilizzato presente nelle immagini del mare.
Con quest’ultima opera il borgo di Pescocanale aggiunge un nuovo importante brano al libro che, utilizzando come pagine le facciate delle case nella parte più antica del paese, i molti murales realizzati negli ultimi anni stanno scrivendo. Un libro bello da vedere, profondo nella sua trama, emozionante nelle storie che racconta. Storie che sono la nostra storia, quella formata delle emigrazioni del passato ormai dimenticate e dalle nuove emigrazioni che spesso non vogliamo vedere.
Perché eravamo speranza e amore, sogni e disperazione, eravamo un cuore pulsante e una valigia di cartone.