Ad Avezzano è aria di crisi in Forza Italia. Ieri le dimissioni del responsabile seniores Roberto Torti, due mesi fa quelle del coordinatore cittadino Aureliano Giffi, storico esponente forzista. In entrambi i casi i toni delle dichiarazioni sono stati equilibrati, come si addice a due persone rispettabili. Più rammaricati che arrabbiati per un partito che a livello regionale e nazionale va bene e sembra aver superato lo shock per la perdita del leader Silvio Berlusconi ma, in marsica, non ha pace.
Eppure, lo stallo è molto più profondo e facilmente decifrabile tanto da aver lasciato nelle fila dei forzisti solo qualche fedelissimo del coordinatore Gabriele De Angelis, ex sindaco di Avezzano, sfiduciato dopo due anni.
Ma perché un partito del 10 % di consensi, in una città storicamente di centrodestra, non risulta attrattivo? L’analisi è abbastanza semplice.
Negli ultimi anni l’abbraccio del leader locale De Angelis, non ha portato particolare fortuna a chi ha deciso di salire su quel carro o fare un pezzo di strada insieme e non solo per colpa della brutta caduta dell’amministrazione.
Si prendano, per esigenze di sintesi, i casi più illustri sui quali è facile la cronaca.
Emilio Iampieri, consigliere regionale uscente, stringe un patto di ferro con il sindaco civico De Angelis appena entrato in Forza Italia e che, in teoria, avrebbe dovuto spostare gli equilibri elettorali del consigliere ricandidato. Risultato? Iampieri non viene rieletto, fa una pessima figura proprio ad Avezzano e scompare, politicamente, dai radar.
Stessa storia per Simone Angelosante. Il consigliere regionale della Lega lascia il partito e, dopo un breve intermezzo civico, abbraccia De Angelis. L’abbraccio porta bene all’ex sindaco che diventa presidente di Tua mentre Angelosante rimane a piedi (sempre politicamente, si intende). Stessa storia di Iampieri: niente rielezione, pochissimi voti arrivati da Avezzano e l’ex consigliere che scompare dai radar.
Poi arriva Tiziano Genovesi, ex candidato sindaco della Lega che tenta il terzo abbraccio. Entra nel gruppo consiliare di Forza Italia forse con la promessa di una candidatura vincente alle provinciali. La candidatura c’è ma non è vincente, se si aspettava una mano è rimasta in tasca.
Sparizioni inspiegabili, di voti e di ruoli: manco fosse il Triangolo delle Bermuda!
Ora, qualcuno dice che l’intelligenza non è imparare dai propri errori, ma imparare dagli errori degli altri.
Se questo è vero, chi tenterà il quarto abbraccio?