Si è tenuto sabato ad Avezzano, presso la sala eventi Many’s, l’incontro tra amministratori locali e clero, sul tema «Si avvicinò e camminava con loro. Partecipare tra storia e futuro: immaginare la Marsica». Un incontro prezioso che prosegue sulla scia del percorso già avviato dalla pastorale sociale marsicana che vede la Chiesa confrontarsi col mondo delle istituzioni e della politica per creare, come recita il sottotitolo dell’evento, un «dialogo per costruire sinergie territoriali», per ascoltarsi, creare reti locali, tracciare orizzonti comuni, che rispondano e corrispondano ai bisogni del territorio, per favorire progetti di promozione umana e solidarietà sociale, per mettere le nuove generazioni al centro della politica e degli interventi sociali, per imparare a progettare insieme e vivere meglio la comunione, la partecipazione e la missione.
Ha aperto l’appuntamento il vescovo Giovanni Massaro, con una riflessione sul brano evangelico dei discepoli di Emmaus, a seguire i direttori di pastorale sociale, i coniugi Maria e Nicola Gallotti, hanno introdotto al tema della giornata e alle specifiche modalità di lavoro. I partecipanti, clero e amministratori, hanno lavorato durante l’intensa mattinata divisi in 9 tavoli sinodali. In ciascun tavolo sacerdoti, diaconi, vescovo, sindaci, consiglieri, assessori delle diverse aree marsicane, guidati da un moderatore, a confronto su come “camminare insieme” per provare ad immaginare un futuro in sintonia. Le domande intorno alle quali hanno argomentato i partecipanti riuniti intorno ai tavoli di discussione hanno riguardato la scelta degli ambiti di intervento nei quali possono interagire comunità civile e comunità ecclesiale per accrescere la capacità di camminare insieme e di costruire collaborazioni. «Quali le difficoltà e quali le risorse?», «come uscire dalla logica del “si è sempre fatto così”, per superare gli ostacoli e scorgere risorse dietro le difficoltà, anche nei contesti più difficili e sfidanti?» e ancora «quali sono le azioni congiunte tra Chiesa e Istituzioni civili, in grado di innescare processi di sviluppo e di crescita nei contesti locali?», queste alcune delle domande che hanno poi suscitato proposte condivise, tante le idee e gli orizzonti sui quali poter ragionare e discernere. Ciascun gruppo ha poi relazionato in assemblea plenaria il lavoro della mattina. L’appuntamento, al quale ne seguiranno altri già in cantiere, si è concluso con u momento di fraternità e il pranzo insieme.
«Dopo le risonanze dell’assemblea – ha detto il vescovo in chiusura dell’evento – accolgo il desiderio di dare seguito a questo lavoro di dialogo e collaborazione tra comunità civile e religiosa. Interessanti le idee emerse, come quella di favorire una maggior interazione tra i consigli pastorali parrocchiali e la municipalità, intensificare la collaborazione fra le Caritas parrocchiali e diocesana e gli organismi comunali finalizzati all’assistenza sociale. A più voci è emersa l’esigenza di condividere i progetti per contrastare la povertà, per favorire l’integrazione degli immigrati, per far fronte al disagio giovanile, per valorizzare il turismo e la bellezza della natura e del Creato».
«Bisogna leggere la realtà – ha sottolineato il presule – e la realtà della Marsica di oggi non è più quella di ieri. Non è possibile agire secondo la logica del “si è sempre fatto così”. È necessario però avere il coraggio perché la sinergia tra istituzioni e Chiesa può aiutare davvero le nostre comunità. Il cambiamento inizia nelle nostre teste. Ci vuole coraggio per passare dalla logica delle fazioni alla logica dell’insieme. Ci vuole coraggio per uscire dalla logica della tifoseria. La partecipazione congiunta a progetti pubblici, per esempio, può essere utile per recuperare strutture in disuso di proprietà della diocesi, per utilizzarle come oratori o strutture di accoglienza». Il vescovo ha accolto con piacere la proposta di dar vita anche ad una scuola di formazione socio-politica per favorire la partecipazione dei giovani al sociale e alla politica vissuta e ha sollecitato tutti i parroci presenti a fare in modo che i temi sociali possano essere affrontati anche all’interno dei diversi percorsi di catechesi nelle parrocchie. «Dobbiamo favorire la crescita dei nostri territori e il benessere di chi vi abita- ha concluso il vescovo – questo ci sta a cuore. Sarà bello tornare nelle nostre comunità e narrare ciò che è venuto fuori da questo nostro incontro per immaginare una Marsica più bella e accogliente per tutti».
«Per cambiare le cose serve immaginare di poterle cambiare – spiegano i direttori dell’Ufficio di pastorale sociale, i coniugi Maria e Nicola Gallotti – ecco la virtù di chi sta dentro il suo tempo, senza lasciarsi schiacciare dal presente, ma traendo pensiero e ispirazione dalla propria storia, per agire e generare futuro. L’immaginazione non appartiene solo al mondo della letteratura e dell’arte, e non è passatempo effimero per chi non ha problemi più seri da affrontare. L’immaginazione è un’attitudine allo sguardo che parte dalle cose, dalla realtà e “vede oltre”; scorge connessioni, individua soluzioni, connette elementi all’ apparenza distanti. L’immaginazione non inventa nulla: ricuce, apre spazi, attiva processi, consente di assumersi responsabilità e di dare seguito alle proprie idee, si muove tra una dimensione creativa e una imprenditoriale, nella consapevolezza che le idee rimangono sterili se non diventano progetti, imprese, posti di lavoro, cambiamento reale nelle vite delle persone».